Bobby McFerrin – Don’t worry be happy
Anche nel 1988 l’autunno incalzava rapido verso la fine di settembre, con le giornate che si accorciavano e le temperature che si abbassavano. Ma in quei giorni uscì in gran parte del mondo una canzone, o forse una melodia, semplicissima, ma irresistibile. Bobby Mc Ferrin, un musicista a tutto tondo nato e cresciuto nella musica, famosissimo nel mondo jazz e abituato a fare interi concerti improvvisando, si innamorò di quella che chiamava “una filosofia in quattro parole”. Queste quattro parole erano un mantra di un mistico e saggio indiano, Meher Baba. Nei bar e nei local spesso si trovavano dei quadretti o dei poster con il santone e con la sua celebre frase. Erano un po’ l’equivalente delle meme di oggi, se vogliamo. E questi poster dicevano “Don’t worry, be happy”.
E così, in studio di registrazione, Mc Ferrin improvvisò una melodia e un testo. Inventò un esperimento, quello di registrare due volte la propria voce e sovrapporle. E venne fuori un successo mondiale, ma soprattutto un successo che rimane sempre attuale anche dopo trent’anni, come la semplice melodia del ritornello.
Una volta sola McFerrin non fu happy: quando seppe che un partito politico americano aveva usato la sua canzone come inno della propria campagna elettorale. Ovviamente, McFerrin sosteneva il partito opposto 🙂
#quotefromthe80s
In every life we have some trouble
But when you worry you make it double
Don't worry, be happy
#BobbyMcFerrin #DontWorryBeHappy
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