Falco – Jeanny
#quotefromthe80s
Jeanny, quit livin' on dreams
Jeanny, life is not what it seems
Such a lonely little girl in a cold, cold world
There's someone who needs you
#Falco #Jeanny
Pochi giorni prima del Natale 1985 usciva una canzone che non era affatto natalizia, anzi, era destinata a fare discutere molto, e arrivò a essere boicottata in diversi Paesi. L’autore era uno dei più grandi geni musicali degli anni ’80, ma anche una delle personalità a sua volta più controverse, protagonista di eccessi e di trovate geniali. In quel momento la carriera di Falco era probabilmente al punto di popolarità più alto: dopo avere conosciuto il successo intenazionale alla fine del 1981 con Der Kommissar, l’uscita di Rock Me Amadeus nella primavera del 1985 lo aveva consacrato assolutamente come il principale interprete degli anni 80 non di lingua inglese. A fine settembre era poi uscita Vienna Calling, altro successo internazionale, e il 23 dicembre è il turno del terzo singolo estratto dall’album Falco 3, appunto la controversa Jeanny.
Musicalmente, è una bella canzone. Lenta, intensa, carica di forza, accurata nei dettagli. Il coro con le voci aggiunte dei fratelli Bolland è in inglese e contribuisce a rendere la canzone spendibile sui mercati internazionali, mentre i versi delle strofe sono in tedesco, e questo forse ha aiutato la canzone, perché se fosse stata tutta in inglese probabilmente avrebbe generato ancora più tensioni.
Il testo ci parla apparentemente di una storia d’amore, ma di amore malato. Un uomo ricorda alcuni istanti della sua storia con Jeanny, una fuga fuori da un bosco, un momento concitato in cui la ragazza perde una scarpa. Nella seconda strofa però la prospettiva cambia e diventa più macabra: dopo avere ricordato una frase della ragazza che tenta di sottrarsi, il protagonista inizia a urlare il suo delirio: tutti sanno che da oggi saremo sempre insieme, li sento, vengono a prenderti ma non ti troveranno, nessuno ti troverà, tu sei con me.
Ormai è chiaro: la povera Jeanny è rimasta vittima di un maniaco, e purtroppo di un assassino. Infatti, l’ultima strofa è la notizia di un telegiornale, letta dallo speaker tedesco Wilhelm Wieber, che ci parla di una ragazza di dicannove anni, scomparsa ormai da due settimane, con la polizia che non esclude la possibilità di un crimine.
La canzone fu ovviamente fortemente criticata in quanto sembrava prendere le difese o quanto meno dare voce alla psicologia di un violentatore e assassino, forse giustificandola. Diverse associazioni soprattutto nei paesi di lingua tedesca ne chiesero la censura, che scattò nella Germania dell’Est. In Germania Ovest, invece, la canzone non fu censurata ma molte emittenti radiofoniche e televisive si rifiutarono di trasmetterla, e il simbolo di questa protesta fu Thomas Gottschalk, uno dei più celebri presentatori televisivi e radiofonici, che la definì apertamente spazzatura, chiamando Falco “una salsiccia viennese che produce sciocchezze” e definendo il video come “scene da una latrina”.
Falco si limitò a commentare che la canzone parlava in effetti delle riflessioni di uno stalker, ma non per questo giustificava le sue azioni. In ogni caso, la canzone arrivò in testa alle classifiche in Germania Ovest, Austria (dove Falco era ovviamente indiscusso sovrano della hit parade), Svizzera e anche in Olanda, la patria dei fratelli Bolland. Peraltro, la canzone ebbe anche una serie di seguiti, nella produzione di Falco. Infatti, nell’album Emotional che uscirà nel 1986, troveremo la canzone Coming Home (Jeanny Part II, One Year Later), e troveremo in seguito altre canzoni che però è difficile disporre cronologicamente, perché l’ordine in cui vennero pubblicate nei vari album non è l’ordine in cui furono scritte. Ricordiamo Bar Minor 7/11 (Jeanny Dry), in cui la y è uno dei tanti giochi di parole tra inglese e tedesco in cui Falco era maestro, Where Are You Now? (Jeanny Part III), e The Spirit Never Dies (Jeanny Final), uscita undici anni dopo la morte del genio viennese. A parte Coming Home, nessuna di queste canzoni ebbe successo, e appartengono al periodo del declino della carriera e della vita di Falco.
Il video, in realtà, non è assolutamente banale e va analizzato nei dettagli. Intanto, Falco chiamò a dirigerlo il grande Russell Mulcahy, che aveva diretto i video di tutti i grandi successi della prima parte degli anni 80: le grandi canzoni dei Duran Duran come The Reflex e The Wild Boys, e poi Total Eclipse of the Heart di Bonnie Tyler, Bette Davis Eyes di Kim Carnes, e tanti altri. La primissima scena ci mostra l’insegna del Bates Motel, una citazione del motel dove era ambientato Psycho di Alfred Hitchcock. Le prime scene sono in bianco e nero e sono ambientate in un canale sotterraneo che i cinefili di una generazione fa conosceranno bene, perché in quello stesso tunnel si svolgeva una scena del film Il Terzo Uomo, tratto dal romanzo di Graham Greene. Falco ha una F scritta col gesso sul suo impermeabile, che richiama un film di Fritz Lang del 1931, in cui un cieco individua un assassino segnandolo con una M scritta col gesso (e M era anche il titolo del film).
La parte del notiziario probabilmente si riferiva alla storia di Jack Unterweger, un serial killer austriaco che uccideva donne, spesso strangolandole con i loro reggiseni. Ai tempi di questa canzone Jack era in prigione. Falco non poteva saperlo, ma all’inizio degli anni ’90 Unterweger fu riabilitato e liberato e per un periodo divenne anche un personaggio conosciuto nelle televisioni di lingua tedesca. Dopo pochi mesi, però, riprese a uccidere donne, fu di nuovo catturato e condannato, e si impiccò in prigione nel 1994.
Il video ci aiuta naturalmente a immaginare tutta la vicenda descritta: la ragazza che si reca in un locale da ballo, gli occhi impauriti alla vista dello sconosciuto, Falco che fugge e si nasconde nell’oscurità, e poi le ricerche della polizia, e la ragazza nell’iconografia dei defunti. La fine del video ci mostra l’assassino intrappolato in una camicia di forza all’interno della cella di un ospedale psichiatrico. Ma accanto a lui compare la sua ossessione, Jeanny, giovanissima e bellissima, provocante e seducente come forse lui la vedeva nelle sue fantasie. Jeanny era impersonata nel video da una ragazza appena quindicenne che studiava danza nelle scuole dei teatri viennesi, Theresa Guggenberger. Nonostante la particolarità del ruolo e anche le polemiche che ne seguirono, Theresa visse l’esperienza con distacco e maturità, e accettò di interpretare Jeanny anche nel seguito Coming Home (Jeanny Part II, One Year Later). Oggi Theresa lavora come attrice soprattutto in Austria.
Jeanny è forse una delle canzoni più belle di Falco, sicuramente è la più complessa. Falco, un genio assoluto, non era tipo da lasciare nulla al caso, e certamente aveva deciso deliberatamente di scrivere questa canzone conscio di tutte le polemiche che ne sarebbero seguite. Jeanny rimane una canzone importante nella carriera di Falco e nella musica degli anni 80, ed era molto probabilmente il pensiero commosso di un genio della musica rivolto al ricordo di tutte le Jeanny.
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