Like a prayer - Madonna - 80sneverend - The religion of music

La religione della musica

Madonna – Like a prayer

#quotefromthe80s
When you call my name it's like a little prayer
I'm down on my knees, I wanna take you there
In the midnight hour I can feel your power
Just like a prayer you know I'll take you there
#Madonna #LikeAPrayer

Il 3 marzo 1989 fu uno di quei giorni speciali in cui, da quel momento, nulla è come prima. Infatti, quel giorno Madonna lanciò un nuovo singolo, attesissimo per vari motivi, non ultimo perché erano passati tre anni dall’ultimo album True Blue e dai tempi di Papa don’t preach, Open your heart e La isla bonita.

Negli ultimi anni, peraltro, la vita di Madonna era completamente cambiata. La sua vita privata era stata segnata dalla fine del matrimonio con Sean Penn. Inoltre, Madonna aveva compiuto trent’anni, l’età che aveva sua madre quando morì (Madonna aveva solo cinque anni). Questa coincidenza risvegliò in Madonna sentimenti e sensi di colpa che evidentemente si portava dietro come se si trattasse di una punizione divina. Anche dal punto di vista professionale c’erano stati cambiamenti, dopo le esperienze da attrice, con cui ebbe decisamente meno successo che come cantante.

In questo periodo di grande riflessione Madonna si affida ancora alla simbologia della religione per esprimere i propri sentimenti. E così, se diversi anni prima l’album si chiamava Like a Virgin, questo si chiama Like a Prayer, e il video della prima canzone fa grande uso di simboli e vocaboli religiosi per toccare temi delicati, come la violenza, il pregiudizio razziale, ma anche il misticismo, con presenza di santi e stigmate, ma in realtà oggi sappiamo che la religione con il suo simbolismo ha accompagnato da vicino tutta la carriera e forse tutta la vita di Madonna.

Era una Madonna diversa, dicevamo, e lo si capiva dalla prima scena, quando si presentava con i capelli neri per la prima volta. Siamo davvero a un punto di svolta non solo per la carriera di Madonna, ma anche per il mondo della musica. Infatti, per la prima volta una canzone uscì come spot pubblicitario prima ancora di arrivare nei negozi di dischi e nelle radio. Uno stravolgimento che forse è alla base della moderna comunicazione, in cui i tempi e i confini tra le varie forme d’arte sono ormai inesistenti. Ma andiamo per ordine, perché la faccenda è interessante.

Nell’ambito della guerra senza quartiere tra Pepsi e Coca Cola, il marketing di Pepsi propose a Madonna un contratto di circa cinque milioni di dollari. Con l’immagine e le canzoni di Madonna, i dirigenti di Pepsi erano certi di raggiungere i giovani della “Pepsi generation”, quella fascia di adolescenti che volevano strappare ai temuti concorrenti. In questo contratto era compresa anche la realizzazione di uno spot pubblicitario che in effetti fu realizzato. Lo spot avrebbe lanciato per la prima volta la nuova canzone di Madonna, Like a Prayer appunto. L’attesa, come immaginerete, era notevole e Pepsi arrivò anche a preparare un teaser, una specie di spot per lo spot che sarebbe poi andato in onda nei giorni successivi.

Il 22 febbraio 1989, nella serata dei Grammy Awards, fu trasmesso appunto il teaser di questo spot, che si sarebbe intitolato Make a wish, incentrato sui desideri di una bambina che festeggia gli otto anni. Dopo alcuni giorni, la sera del 2 marzo, lo spot andò finalmente in onda: la bambina festeggia il proprio compleanno e guarda ammirata un video di Madonna che canta e balla per le strade e in un locale (pieni di cartelli della Pepsi naturalmente).

Al termine del video, che dura circa due minuti e che si può facilmente rivedere in rete, Madonna si rivolge direttamente alla bambina, invitandola appunto a esprimere un desiderio. Uno spot molto bello, sicuramente motivazionale e anche con un principio di girl power, se vogliamo, perché Madonna invita di fatto la bambina a seguire le proprie ambizioni e i propri desideri.

Il problema sorse il giorno dopo, appunto il 3 marzo 1989, con l’uscita del disco e soprattutto con l’uscita del vero video di Like a Prayer, di cui Pepsi era assolutamente all’oscuro. E i temi del video sono ben diversi: Madonna testimone di un crimine si rifugia in una chiesa dove tra l’altro riceve le stimmate, con la statua di un santo afroamericano (la vittima del crimine) che prende vita e poi la bacia, e con Madonna che balla dapprima accompagnata da un coro gospel, e poi in mezzo a una serie di croci che bruciano.

Il video era stato girato in California da Mary Lambert, che aveva diretto altri famosissimi video di Madonna come Like a Virgin, Material Girl e Borderline. Mary Lambert non aveva diretto però lo spot innocente che era stato trasmesso in televisione la sera prima.

Il coro Gospel che cantò nella canzone era un coro abbastanza famoso che si chiamava The Andraé Crouch Choir, e l’anno precedente avevano cantato per i cori di Man in the Mirror di Michael Jackson. Va detto che nel video vediamo degli attori, perché i veri membri del coro non vollero apparire nel video.

Una cosa era chiara: il video ufficiale di Like a Prayer non era esattamente il video del compleanno della bambina! Tutta questa commistione tra sacro e profano ovviamente suscitò le ire non solo del Vaticano, ma anche di tante associazioni di protezione della famiglia e associazioni di consumatori americani che in risposta alle provocazioni di Madonna decisero di boicottare i prodotti della Pepsi. Il video fu anche censurato, ovviamente.

Negli uffici della Pepsi non la presero tanto bene e decisero di rescindere il contratto con Madonna, benché in realtà il contratto prevedesse altri due video pubblicitari, e soprattutto la sponsorizzazione del Blond Ambition Tour da parte della Pepsi. Per inciso, lasciarono anche il compenso a Madonna, pur di troncare rapidamente i rapporti.

Naturalmente tutte queste polemiche fecero aumentare a dismisura la curiosità e l’attenzione per il video che divenne una delle colonne di MTV in quel periodo (e del resto Madonna era sempre stata una delle assolute protagoniste di MTV), per cui possiamo davvero dire che il video fu parte integrante del successo di questa canzone che naturalmente arrivò in cima alle classifiche in tantissimi Paesi.

Insomma, Like a Prayer davvero segnava l’inizio di una nuova fase della carriera di Madonna, una fase più matura, più profonda, ma con ancora più decisione nell’affermare i propri principi e le proprie convinzioni, a costo ovviamente di essere additata da un pubblico moralista da cui Madonna aveva sempre preso le distanze. E non a caso Madonna, oltre alla regina del pop, è sempre stata anche una regista della provocazione, ma una provocazione in grande stile!

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