Natalie Cole – Pink Cadillac
La vita di Natalie Cole mi ha sempre suscitato un po’ di tenerezza. Dobbiamo portare rispetto per questa donna, scomparsa purtroppo nell’ultimo giorno del 2015, perché forse avrebbe potuto vivere di rendita per tutta la vita, essendo la figlia di Nat King Cole. Nat fu non solo uno dei più grandi interpreti di soul, R&B, jazz, ma fu anche un personaggio importante per la lotta alla segregazione razziale e spesso pagò di persona.
Natalie Cole però volle provarci, ed ebbe un inizio di carriera promettente nel Rhythm and blues: arrivò a vincere un premio che ormai da otto anni veniva sempre vinto da Aretha Franklin! Volle provarci, ma ho la sensazione che dentro fosse sempre un po’ schiacciata dal mito del padre, mito come cantante e come persona. Combattuta tra il sentimento di gratitudine paterna e forse la voglia impossibile di cantare con lui. Gli esordi furono incoraggianti, dicevamo, ma arrivarono le difficoltà e Natalie non seppe reggere il peso, e purtroppo si trovò nelle peggiori dipendenze.
Riuscì a uscirne, e ebbe qualche occasione per ripartire, come questa canzone con cui abbordò il mondo del pop. In realtà mi è sempre sembrata una donna al momento sbagliato: che colpa ne aveva lei se, ormai verso la fine degli anni 80, per avere successo bisognava fare del pop facile? E lei si adattò, per cui eccola a fare la panterona in minigonna, ormai quasi quarantenne, in un video un po’ banale circondata da ventenni altrettanto banali, in una cover del lato B di “Dancing in the dark” di Springsteen. Preferisco ricordarla nel duetto virtuale che riuscì a fare con il padre. Forse le servì a chiudere un cerchio che era aperto da troppo tempo.
#quotefromthe80s
Well they tempt you man with silver
and they tempt you sir with gold
and they tempt you with the pleasures
that the flesh does surely hold
#NatalieCole #PinkCadillac
Natalie Cole su Wikipedia
Views: 645