Fra Lippo Lippi – Shouldn’t Have To be Like That
#quotefromthe80s
And even if it takes a lifetime of trust
To build something strong, what happens to us
With all our faith buried inside, somewhere
Shouldn't have to be like that
#FraLippoLippi #ShouldntHaveToBeLikeThat
Nella musica pop degli anni ’80 ci sono stati tantissimi artisti e gruppi dai nomi bizzarri. A parte i nomi completamente inventati, molti artisti hanno preso spunto, per esempio, da luoghi particolari o inconsueti, come i Picnic at the Whitehouse di We Need Protection, o gli Hong Kong Syndikat con la loro bellissima Too Much.
Naturalmente anche gruppi molto famosi presero il nome da alcuni luoghi, come gli Chicago, i Manhattan Transfer, i Miami Sound Machine di Gloria Estefan e Dr. Beat, o ancora i Berlin, con la bellissima Teri Nunn che cantava Take My breath Away direttamente dalla colonna sonora di Top Gun. Avevamo anche ben tre continenti, con gli America di You can Do Magic, gli Asia di Heat of the Moment, e naturalmente gli Europe di The Final Countdown. A voler ben vedere c’era anche Afrika Bambaataa, che cantava Reckless con gli UB40.
Ma giusto per restare in zona Berlino, direi che il gruppo più famoso che prendeva il nome da un luogo erano probabilmente gli Spandau Ballet. Spandau è una delle circoscrizioni di Berlino, ma negli anni ’80 era conosciuta soprattutto per il carcere di Spandau, costruito per detenere i criminali nazisti, che restava in funzione per detenere l’ultimo prigioniero sopravvissuto, Rudolf Hess, e che fu demolito nel 1987 alla morte del criminale.
Un po’ più rari erano i gruppi che prendevano spunto da personaggi storici: mi vengono in mente le Shakespear’s Sisters, cioè Marcella Detroit e Siobhan Fahey, componente delle Bananarama poi moglie di Dave Stewart degli Eurythmics, che cantavano la sensuale You’re History, ma direi che il gruppo con il nome più storico, evocativo e originale, al limite della credibilità, erano i Fra Lippo Lippi, gruppo norvegese che nel corso degli anni ottanta sono stati un quartetto, un trio, e anche un duo, a seconda di chi usciva e chi entrava.
Filippo Lippi era un pittore fiorentino del Quattrocento che in effetti in gioventù prese i voti, ma giunto a cinquant’anni conobbe in un monastero di Prato una monaca che gli faceva da modella e di cui si innamorò, per cui dovettero sciogliere i loro voti, ma regolarizzarono la loro unione ed ebbero due figli, uno dei quali fu a sua volta un famoso pittore, Filippino Lippi. Ecco, Fra Lippo Lippi era il padre di Filippino Lippi.
Non credo che i ragazzi norvegesi avessero fatto un approfondito studio in storia rinascimentale per scegliere a chi ispirarsi, più probabilmente una volta sentito questo nome, saranno stati affascinati dal suono giocoso e curioso. Va detto che probabilmente non si ispirarono direttamente alla figura storica, ma a un poema omonimo del poeta inglese Robert Browning, dedicato appunto a Filippo Lippi.
In realtà i Fra Lippo Lippi non erano affatto un gruppo glamour nello stile dei Duran Duran o degli Wham! per esempio. E fino al 1985 la loro fama era confinata alla Norvegia e un po’ all’Inghilterra, ma senza successi clamorosi, per cui tentarono un’ultima mossa prima di eventualmente sciogliere il gruppo. In quel momento i membri del gruppo erano quattro, e dopo i primi due album avevano lasciato la casa discografica e avevano autoprodotto il terzo album Songs, che in realtà aveva riscosso qualche successo.
Due dei membri però, il tastierista Øyvind Kvalnes e il batterista e fondatore del gruppo Morten Sjøberg, decisero di lasciare il gruppo e tornare alle loro vere professioni, e così il gruppo era rimasto con soli due membri, il bassista e fondatore Rune Kristoffersen e il cantante Per Sørensen, quando riuscirono ad avere un contratto dalla Virgin.
Anziché produrre un nuovo disco, la Virgin decise di riincidere Songs con suoni più professionali e rilanciarlo, e la scelta si rivelò vincente, grazie soprattutto a un paio di canzoni, tra cui appunto Shouldn’t Have to Be Like That, che arrivarono addirittura nelle top ten inglesi.
Uscita nella prima parte del gennaio 1986, la canzone potrebbe rientrare nel filone dell’esistenzialismo degli anni ’80, perché tratta della difficoltà di comunicare le proprie emozioni alle persone più vicine, a fronte di una vita vissuta quasi meccanicamente, senza spazio per le emozioni. Un filone che verrà poi ripreso l’anno successivo dalla malinconica Wonderful Life di Black, per esempio. e che è testimoniato anche dall’ambientazione quasi funebre del video, diretto dal regista inglese Sam Hodgkin.
Il video vede protagonisti i due membri del gruppo con una ragazza, in un parco con monumenti funebri. Non fu girato in un cimitero, ma nel giardino di una bizzarra residenza inglese alla periferia occidentale di Londra che si ispirò alle costruzioni classiche, la Chiswick House, che però in effetti contiene anche memoriali e monumenti funebri. In particolare, alcuni fotogrammi ci mostrano una lastra con un’iscrizione funebre in latino, in cui è presente un nome poco latino: Lilly. Ebbene, si tratta della cucciola dei proprietari, verosimilmente, che fu lì sepolta e di cui la lastra esalta le virtù canine. Tale lastra è visibile ancora oggi vicino al cosiddetto “tempio ionico”, un piccolo padiglione circolare appunto nei giardini di Chiswick.
insomma, la canzone era sicuramente orecchiabile, e supportata da video e forse anche dal bizzarro nome del gruppo, riuscì a risollevare le sorti della band, anche se poi non seppero più ritrovare successi di questa portata. A dire il vero, oltre alla loro Norvegia, all’Inghilterra e ai principali paesi europei, ci fu un paese in cui i Fra Lippo Lippi riscossero un successo clamoroso: le Filippine! Non chiedetemi perché, ma è un fatto che in quelle isole erano delle vere e proprie star, e tenevano tour e concerti che erano sempre sold out! Sarà un segno del destino, visto che il gruppo prendeva il nome da un Filippo che chiamò il figlio Filippino?
Va comunque detto che i Fra Lippo Lippi, pur tra mille traversie, continuarono a suonare fino al 2002, quando anche Kristofferson decise di dedicarsi a progetti personali, lasciando così da solo il cantante Per Sørensen. Il quale ancora oggi si occupa di portare in concerto la musica del gruppo, e sapete dove? Ma naturalmente nelle Filippine! Addirittura, nel 2015 Sørensen apri la tappa di Manila del tour degli Spandau Ballet, nel 2018 suonò insieme all’orchestra filarmonica di Manila, e ancora nel giugno 2023 i biglietti dei suoi concerti in quel paese andarono esauriti.
Insomma, il nome dei Fra Lippo Lippi era certamente bizzarro, ma sicuramente fu profetico per il successo della band!
Fra Lippo Lippi su Wikipedia
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