Dire Straits – Telegraph Road
#quotefromthe80s
Well, I'd sooner forget, but I remember those nights
Yeah, life was just a bet on a race between the lights
You had your hand on my shoulder, you had your hand in my hair
Now you act a little colder like you don't seem to care
#DireStraits #TelegraphRoad
Trovo giusto partire da qui, per raccontare il senso del viaggio negli 80’s. I Dire Straits nascono alla fine degli anni ’70, piazzando due album fenomenali (Dire Straits e Communiqué), ricchi di puro rock e di liriche decisamente alte: il cantante e chitarrista Mark Knopfler è laureato in letteratura inglese ed è stato anche insegnante e giornalista, e, prima di diventare famoso, ha ricevuto tre dottorati honoris causa per la poetica dei suoi testi.
È soprannominato “l’uomo tranquillo del rock”, titolo decisamente basic per un genio della Musica, che in età più matura si concede il lusso e l’onore non solo di duettare con Bob Dylan ed Eric Clapton, ma di curare la produzione artistica di alcuni lavori ancora di Dylan e poi di Tina Turner, Willy DeVille e Randy Newman.
Come detto i Dire Straits (letteralmente “forti difficoltà economiche”, un tema stringente che accomuna i ragazzi del gruppo a tanti loro coetanei) nascono alla fine degli anni ’70, ma è negli 80’s che trovano la giusta affermazione, mantenendo salda la barra sul rock puro.
Così vedono la luce tre pietre miliari della storia della musica: il gigantesco Making Movies (1980 – disco oro o platino praticamente ovunque, durante la registrazione del quale David Knopfler abbandonò la band), un album da enciclopedia del rock come Love Over Gold (1982 – altra razzia di dischi d’oro e di platino) ed il definitivo Brothers in Arms (1985).
Per presentare quest’ultimo album si può così sintetizzare: con i suoi 30 milioni di copie vendute svuota i magazzini di dischi d’oro e platino, diventa pure uno dei primi album a essere stampato su CD, è l’album più venduto in assoluto negli anni ’80 nel Regno Unito. Proprio per essere precisi, nel 1984, esce anche un bel doppio album live: Alchemy, manco a dirlo, di grande successo.
Torniamo al 20 settembre 1982, quando esce Love Over Gold. Il lato A è occupato da due capolavori: Telegraph Road (quattordici minuti e trenta secondi anche se qualcuno sostiene che il numero di secondi esatto sia quindici), di cui stiamo per parlare, e Private Investigations, oltre sei minuti di emozioni acustiche scandite in tre tempi e con protagonisti diversi (pianoforte e chitarra classica; basso e chitarra elettrica; chitarra classica e marimba, aiutati a chiudere la canzone dai rumori di passi, di una moneta tintinnante e di un bicchiere rotto), ideati da Mark «sulla base di qualcosa che aveva letto su Marlowe».
Il lato B contiene Industrial Disease (duro attacco al consumismo e al capitalismo), Love Over Gold (musichetta rock con inflessioni jazz, per un pensiero romantico per una donna al momento assente), It Never Rains (invettiva da innamorato tradito, verso una donna cinica). Va detto che probabilmente, tanto questi ultimi due pezzi, quanto Romeo and Juliet (nell’album Making Movies) formano un doloroso trittico ispirato dalla fine della relazione sentimentale di Mark Knopfler con la cantante Holly Beth Vincent.
Ma veniamo a Telegraph Road: oltre 14 minuti per non avere fretta nel raccontare da un lato il mito della strada, della colonizzazione e della crescita, dall’altro la crisi della società industriale, l’espulsione dal mondo del lavoro e la fuga con il proprio amore come ultima ribellione. È un oceano di sensazioni, descritte attraverso il travaglio di una vita spesa tra sogni collettivi e ripiegamenti personali, al massimo familiari, propri di una società contemporanea a tutti noi nota.
La genesi della canzone avviene con Mark giovane viaggiatore su una corriera del Michigan lungo la U.S. Route 24, detta appunto “The Telegraph Road”, intento a godersi le sensazioni del viaggio e a leggere I frutti della terra del norvegese Knut Hamsun, romanzo animato dalla sfiducia verso la modernità e sul progressivo allontanamento dell’uomo dalla natura. Mark Knopfler unì le due suggestioni, trasformandole in questa grande lirica.
Dire Straits su Wikipedia
Views: 361