Simple Minds – This is your land
#quotefromthe80s
Walk down the track, to the old railroad track
I wanna leave something to see
This is your land, laid out in your hand
This is your land
#ThisIsYourLand #SimpleMinds
Il tema dell’ecologia non era uno dei più sentiti durante gli anni ’80. C’è una enorme differenza tra la consapevolezza e l’attenzione cui siamo abituati oggi (anche se certamente possiamo e dobbiamo fare molto di più), e il concetto di ecologia degli anni ’80.
Naturalmente i mezzi e le conoscenze a disposizione erano assolutamente primordiali, non c’erano satelliti a monitorare l’atmosfera e alcune vastissime zone del pianeta erano assolutamente rurali. E forse non si ipotizzava davvero quanto le cose sarebbero cambiate nel giro di pochi decenni.
Nei primi anni ’80 Il concetto di protezione dell’ambiente era legato soprattutto al salvataggio di alcune specie animali minacciate da bracconieri e trafficanti, al processo di deforestazione in Amazzonia per ricavare legname e carta, e poi naturalmente all’incubo principale del decennio, cioè la possibilità di una guerra nucleare che poteva rendere invivibile il pianeta per migliaia di anni. Decine di canzoni esorcizzavano il rischio della guerra nucleare; la principale è probabilmente Russians di Sting, ma tantissime canzoni parlavano di “nuclear war” (la prima forse è stata Is There Something I Should Know dei Duran Duran, anche se il senso della canzone era diverso).
Questo, fino al 26 aprile 1986.
L’incidente della centrale nucleare di Chernobyl destò le coscienze e spostò il problema ambientale molto più vicino alla sensibilità di tutti. Non era solo la guerra nucleare a rendere invivibile il pianeta, ma anche le scorie di qualsiasi processo energetico o produttivo, nucleare o industriale. E stavamo uccidendo il pianeta giorno dopo giorno già allora.
Tra le varie canzoni che nella seconda parte degli anni ’80 toccavano il tema dell’ambiente, una delle più originali era This is Your Land dei Simple Minds, uscita circa alla metà di aprile del 1989, più o meno tre anni dopo l’incidente di Chernobyl. This is Your Land era il secondo singolo estratto dal bellissimo album Street Fighting Years, dopo Belfast Child.
Già dal titolo la canzone è un inno al pianeta, un tema che appunto diventava sempre più di attualità. A dire il vero, Jim Kerr e soci non temevano tanto il surriscaldamento globale, che trent’anni fa era certamente meno evidente; quello che temevano era ancora molto legato al nucleare, che fosse una guerra o un incidente, che avrebbe contaminato per sempre il pianeta. I Simple Minds non potevano sapere che nel giro di pochi mesi l’incubo di una guerra nucleare sarebbe praticamente sparito con il crollo del Muro di Berlino, ma erano ben consapevoli che venivano costruiti sempre più impianti e sottomarini nucleari, per esempio.
In ogni caso This Is Your Land non è una canzone di protesta, è una canzone di sensibilizzazione, e di richiamo a comportamenti nuovi e responsabili. Certamente è scritta con una consapevolezza e un attivismo più da anni ’90 che da anni ’80. E anche musicalmente, la canzone è molto particolare, quasi aulica. I toni sono quasi tristi, molto raffinati e ricercati, lontanissimi dal pop elettronico cui eravamo abituati.
Certamente anche negli anni ’80 c’era stata una vena esistenzialista molto importante (pensiamo a Wonderful Life di Black, per esempio), ma forse per la prima volta l’esistenzialismo si sposta dall’uomo al sistema vivente, all’ecosistema del pianeta. Forse solo una canzone, sempre nella seconda parte degli anni ’80, aveva portato l’attenzione per il pianeta nel mondo glamour del pop, ed era It’s Alright dei Pet Shop Boys.
C’è una presenza speciale ad impreziosire la canzone: infatti, all’inizio della seconda strofa si sente chiaramente la voce quasi parlata di Lou Reed, un mito anche per gli stessi Simple Minds. Jim Kerr ha ricordato in diverse interviste che era molto preoccupato per la partecipazione di Lou Reed alla canzone: Reed era considerato un mostro sacro, con la fama di essere piuttosto burbero e assolutamente esigente, e Jim Kerr ne aveva molta soggezione.
Probabilmente c’era anche una questione di età: i quarantasette anni di Reed dovevano davvero incutere terrore al trentenne Jim Kerr, il che oggi fa ridere se pensiamo che rapper non ancora ventenni fanno dei featuring con Al Bano o magari con Orietta Berti o Gianni Morandi (i quali hanno saputo però sfoggiare una modernità del tutto invidiabile!)
In realtà Lou Reed si dimostrò assolutamente collaborativo e Jim Kerr ricordò il sollievo provato quando si rese conto che la realtà era, come spesso avviene, molto migliore delle nostre peggiori paure. Lou Reed non compare nel video, che fu girato in Spagna da uno dei più grandi registi della seconda parte degli anni ’80.
Stiamo parlando dell’inglese Andy Morahan, che aveva iniziato la carriera con i video di Wake Me Up Before You Go-Go e Last Christmas degli Wham!, e aveva poi diretto decine di video indimenticabili come West End Girls dei Pet Shop Boys, The Right Thing dei Simply Red, I Want Your Sex di George Michael, e tanti altri. Insomma, l’erede naturale di artisti del video come Russell Mulcahy o Steve Barron.
This Is Your Land non arrivò in testa alla classifiche, ma entrò nelle top ten i molti Paesi d’Europa, e resta certamente tra la canzoni più impegnate dei Simple Minds, un gruppo di grande sensibilità e certamente all’altezza di temi così importanti.
#quotefromthe80s
Walk down the track, to the old railroad track
I wanna leave something to see
This is your land, laid out in your hand
This is your land
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