Eddy Huntington – U.S.S.R.
#quotefromthe80s
Time can go by
But the Russian girls don't ever seem to leave my mind
Fine, don't see why
I should even try to leave my heart behind
U.S.S.R, I'm back into the U.S.S.R
#EddyHuntington #USSR #80s
Negli anni 80 c’erano tantissime canzoni che parlavano di posti più o meno esotici, lontani, affascinanti, misteriosi, o semplicemente posti da celebrare. Potremmo andare avanti ore a citare London Calling dei Clash e Vienna Calling di Falco, One night in Bangkok di Murray Head, To France di Mike Oldfield, Big in Japan degli Alphaville, People from Ibiza di Sandy Marton e tantissime altre.
Forse però il posto che veniva citato con più titubanza, visto il clima politico da guerra fredda, era la Russia, intesa anche come Unione Sovietica, nome che in italiano non si presta molto a rime e metriche, ma nella abbreviazione inglese diventa più abbordabile. La “grande madre”, come i russi spesso chiamano il loro Paese, era davvero il convitato di pietra (tanto per citare Puškin) della musica pop internazionale.
Eppure, non dobbiamo pensare che la grande madre fosse del tutto assente, anzi! Credo che la relazione tra pop e Russia sia iniziata addirittura nel 1968, quando i Beatles composero una canzone come risposta scherzosa a due canzoni che parlavano di America, Back in the U.S.A. di Chuck Berry e California Girls dei Beach Boys (che negli anni ’80 verrà poi rieseguita da David Lee Roth). In breve tempo Back to the U.S.S.R. suscitò un tumulto e alcuni associarono una connotazione politica ai Beatles, per avere scritto questa canzone che parlava di ragazze ucraine, balalaike, e di “Georgia on my mind”, ovviamente la Georgia che si trova nel Caucaso.
Verso la fine degli anni ’70 la Russia tornò di moda con canzoni come Rasputin dei Boney M, come Moskau del gruppo tedesco dei Dschinghis Khan (la canzone si chiamava ovviamente Moscow nella versione inglese), e soprattutto con uno dei capolavori della dance elettronica, una canzone che avrei davvero voluto facesse parte degli anni ’80 ma uscì appena prima, e parlo di Moskow Diskow del gruppo belga dei Telex. Naturalmente anche in queste canzoni si cita il ballo del kasachok, la vodka, e via con i luoghi comuni.
Poi, dopo anni di silenzio, la Russia riemerge prepotentemente nel 1985 grazie alle canzoni di due mostri sacri, che sono Sting, che con la sua indimenticabile Russians esorcizzava l’incubo dell’olocausto nucleare, ed Elton John, che si innamorava di una guardia di confine di nome Nikita. A dire il vero Nikita è un nome maschile, e il video di Elton John è ambientato a Berlino Est, ma l’aspetto e l’uniforme della bellissima Nikita rimandano certamente all’immaginario della Russia.
L’ultima canzone che parlerà della Russia sarà naturalmente Wind of Change degli Scorpions, un vero e proprio sipario sugli anni ’80, con il vento del cambiamento che soffia sulla Moscova e su Gorki Park dopo la caduta del Muro di Berlino.
Nel settembre del 1986, però, anche il mondo della italo-disco ambienta una canzone in Russia, naturalmente in tono scanzonato e divertente. La canzone è composta da tre protagonisti della italo-disco, i produttori Roberto Turatti e Miki Chieregato, e il grande Tom Hooker, che è famoso come interprete di Looking for Love, ma era anche un grande autore (nonché una delle voci di Den Harrow). I tre autori affidano la canzone, che si intitola semplicemente U.S.S.R., a un sorridente ventenne inglese di bella presenza, Eddy Huntington, che la interpreta con la leggerezza e la spensieratezza della italo-disco.
il testo è molto semplice, e oltre a rispolverare tutti il repertorio di paesaggi innevati e ghiacciati, balalaike, vodka e l’onnipresente Gorki Park si focalizza naturalmente sulle ragazze russe, che il buon Eddy non riesce a togliersi dalla mente, e in sostanza lascia in Russia il suo cuore.
Il video è semplice ma simpatico. All’inizio si ha la sensazione di assistere a un tentativo di rapimento, quando due ragazze bionde entrano nella camera di Eddy, che però si sveglia in quel momento, e le ragazze devono nascondersi senza che lui naturalmente si accorga di nulla. Poco dopo arriva un’auto misteriosa a prelevarlo, guidata da una ragazza misteriosa, ma scopriamo che a bordo dell’auto c’è il produttore di Eddy, che lo accompagna in una giornata densa di impegni.
E in effetti nel resto del video lo vediamo impegnato a registrare la canzone, a girare parti del video, e a sostenere interviste, sempre naturalmente circondato da bellissime ragazze. E quando alla fine della giornata Eddy si ritrova nella piscina della sua villa finalmente solo, scopre che le ragazze lo hanno seguito di nascosto fin lì, e lui senza nemmeno crederci troppo ha pure il coraggio di esclamare “Oh, no!”
Due commenti sul video: il primo è che a un certo punto la canzone si interrompe, e in seguito ad alcuni commenti del regista la musica riprende dopo alcuni secondi. Avevamo già visto almeno un grande video in cui la musica si interrompeva e addirittura ripartiva, ed era Owner of a Lonely Heart degli Yes.
Poi, una parte del video si svolge in un prato che rappresenta il confine con la Russia, con tanto di posto di confine in mezzo al nulla e sbarra che impedisce il passaggio. Ebbene, non so voi, ma ogni volta che vedo questa scena mi viene in mente il fantastico video del Pipppero di Elio e le Storie Tese, ambientato in un surreale confine tra Italia e Bulgaria. Solo che la canzone di Eddy Huntington è venuta ben sei anni prima!
Insomma, il buon Eddy rimase comunque affezionato al Paese che dava il titolo al suo più grande successo, e negli anni Duemila partecipò diverse volte a una famosissima trasmissione revival che si svolgeva a Mosca la notte di Capodanno organizzata da una radio russa – un po’ come le trasmissioni di Capodanno con Carlo Conti, insomma!
U.S.S.R. ebbe grande successo in tutta l’Europa continentale, molto meno in Inghilterra, dove la Italo-Disco trovava sempre terreno meno fertile. E naturalmente fece grande successo in Russia, dove Eddy fu sempre visto con grande affetto e simpatia. Insomma, tornare in Russia spesso e volentieri era evidentemente nel destino del buon Eddy Huntington!
Eddy Huntington su Wikipedia
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