You are a danger - Gary Low - 80sneverend - Danger of Italo-Disco

I pericoli della Italo Disco

Gary Low – You are a danger

#quotefromthe80s
You seem to be sorry but show no emotion
Without any worries without destination
You are a danger baby you are stranger
Sensibility is out of reach
#GaryLow #YouAreADanger

Ma quando è nata la famosa italo-disco, cioè quel filone di musica elettronica da discoteca, ballabilissima e orecchiabilissima, prodotta in Italia e cantata in inglese, spesso da cantanti comunque italiani o basati in Italia, che per il mercato internazionale cancellavano ogni indizio sulla loro vera provenienze? Certo, forse non troveremo questa domanda sul giornale, ma penso sia il momento giusto per chiedercelo, perché con tutta probabilità la Italo-Disco sta compiendo quarant’anni proprio in queste settimane!

La storia della Italo Disco è una storia certamente di cantanti, ma anche di deejay e di produttori. Verso la fine del 1982 la situazione era curiosa: i musicisti e produttori come Pierluigi Giombini (noto anche sui dischi come John Bini) e Paolo Micioni erano convinti di avere avuto l’idea giusta, e di essere in grado di realizzarla attraverso l’uso dei primi sintetizzatori analogici. Il problema era che quando andavano dalle grandi case discografiche e facevano sentire le “demo” dei loro pezzi, ovviamente su cassetta, si sentivano rispondere che sì, magari la canzone è anche carina, ma quel tipo di musica non potrà mai sfondare! E adesso lasciateci lavorare che dobbiamo produrre Peppino Di Capri e Gianni Nazzaro (con tutto il rispetto, ovviamente).

Come narra il buon Giombini anche sul suo sito, la svolta si ebbe mentre stava lavorando a due canzoni contemporaneamente, per due giovani che promettevano molto bene. Uno era nato in Libano e si chiamava Paul Mazzolini, ma presto avrebbe adottato il nome d’arte di Gazebo. Look tenebroso, bella voce, conoscenza delle lingue e anche una certa bravura nel comporre i testi. Giombini aveva prodotto per lui Masterpiece, ma le case discografiche avevano risposto con il solito cortese rifiuto. L’altra canzone era destinata a un giovane la cui famiglia si era trasferita da Barcellona a Roma – del resto i genitori erano musicisti e aveva trascorso molto tempo anche in altri paesi come il Sudafrica. Quel giovane sempre elegantissimo, dal pomposo nome di Luis Romano Peris Belmonte, aveva una gran voce, e di lì a poco avrebbe scelto un nome d’arte un po’ meno altisonante: Gary Low.

Cosa è successo nel frattempo, visto che a distanza di quarant’anni stiamo ancora parlando di Italo Disco? È successo che anziché andare dalle case discografiche, qualcuno ebbe l’idea di far stampare dei vinili e di portarli direttamente ai negozi di dischi dove i deejay milanesi andavano a cercare le ultime produzioni.

E in effetti i dischi cominciarono a circolare, e questo successo nato quasi spontaneamente decretò la nascita appunto di tutto questo filone in cui possiamo inquadrare anche P. Lion con Happy Children, Ryan Paris (romanissimo) e la sua Dolce Vita, e poi tutta la produzione dei Martinelli con Simona Zanini che oltre a cantare Cenerentola\Cinderella prestava la voce anche alla francese Mandy Ligios, meglio nota come Raggio di Luna o Moon Ray, per la sua Comanchero. E poi c’è tutto il filone dei Novecento e della famiglia Nicolosi, produttori non solo di Movin’ on ma anche di gran parte della discografia di Valerie Dore, italianissima, in cui la voce era spesso quella di Dora Carofiglio dei Novecento. E questi sono solo alcuni dei nomi.

Ma torniamo al giovane di Barcellona, cioè Gary Low: la canzone che Giombini aveva scritto per lui era You Are a Danger, un ritmo molto dance con dei cori femminili che si alternavano alla voce profonda di Gary, il tutto su un sottofondo di effetti elettronici e fischietti. E Giombini ricorda sul suo sito come il fischietto fosse nato per caso da una mossa precipitosa mentre suonava il sintetizzatore. Ma quel fischietto era davvero irresistibile, e Giombini lavorò quindi per riprodurlo e divenne uno degli elementi caratteristici della canzone, che uscì appunto nel dicembre del 1982.

Il testo è meno banale di quanto sembra, e se vogliamo questa è una caratteristica della Italo Disco. Infatti, se andiamo a leggere i testi di queste canzoni, siamo molto lontani dalla valanga di “your eyes” e “my heart” che caratterizzerà il pop inglese negli anni a venire! In questa canzone si parla di sensibilità e stile di vita kitsch, e del resto anche i testi di Gazebo, P. Lion e poi Martinelli e anche Valerie Dore erano tutt’altro che scontati.

You Are a Danger non aveva un vero video, e del resto è comprensibile, se pensiamo che all’inizio non c’erano neppure i contratti con le grandi case; quindi, dobbiamo accontentarci di spezzoni presi dalle trasmissioni dell’epoca. Del resto, nel caso di Gary Low, anche il suo più grande successo, il remake di La Colegiala, avrà un video molto semplice pur essendo già nel 1984.

Un’ultima nota: le case discografiche naturalmente saltarono sul carro dei vincitori, e i contratti arrivarono, ma in molti casi si trattava, a detta dei cantanti, di contratti decisamente sfavorevoli, per cui nel giro di qualche anno molti dei nostri artisti preferiti si trovarono ad essere sì famosissimi e venerati dai giovani, ma di fatto non guadagnavano nulla o pochissimo, ed erano vincolati a ritmi molto pressanti per incidere nuove canzoni o partecipare a trasmissioni e tournee. E spesso, poi, anche le case discografiche dichiaravano fallimento oppure i loro responsabili diventavano irreperibili, tanto che alcune cause si sono protratte fino quasi ai nostri giorni. Forse era alle case discografiche che Giombini e Gary Low si riferivano quando dicevano “You are a danger”!

Gary Low su Wikipedia

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