Black cars - Gino Vannelli - 80sneverend - The long haired guy

Il capellone

Gino Vannelli – Black Cars

#quotefromthe80s
She cuts a perfect silhouette
But she's a dark angel wearing dark glasses
A fading beauty as the night time passes... I say
Black cars look better in the shade
#GinoVannelli #BlackCars

Il 30 novembre 1984 usciva una canzone piuttosto inattesa, ma che ha avuto la fortuna e la capacità di ritagliarsi un posto nei ricordi degli anni 80. E vi voglio raccontare un aneddoto di qualche tempo fa: ero in un negozio e alla radio improvvisamente gli speakers iniziano a parlare di una star degli anni 80 che ha ancora i capelli come allora. E io mi sono detto.. chi sarà? E poi improvvisamente parte questa canzone fantastica.

Gino Vannelli, nel mondo del pop, è conosciuto tuttora per la sua hit di maggiore successo, “Black cars”, ma ha avuto una carriera lunga e variopinta! Fin da bambino aveva imparato a suonare diversi strumenti, e crescendo, con l’aiuto del fratello maggiore Joe, è diventato un musicista davvero completo, che ha saputo spaziare tra generi assai diversi, compreso il jazz e il soul. E con grande successo, se è vero che fu invitato a supportare un tour di Stevie Wonder.

La sua carriera ebbe una vera e propria sliding door: dopo essersi trasferito con Joe da Montreal prima a New York e poi a Los Angeles per disperazione, un giorno tentò una mossa estrema. Si accampò nei parcheggi della A&M, la famosa casa discografica, deciso ad ottenere un contratto. E a un certo punto in effetti vede passare di lì il boss, Herb Alpert, e gli va incontro deciso a lasciargli una cassetta con le sue canzoni, la cosiddetta “demo”, come si chiamava. Le guardie lo circondano e stanno per portarlo via, quando Alpert comunque decide di tenere la cassetta. La ascolta, e alla fine, probabilmente colpito anche dalla tenacia di Gino, lo mette sotto contratto.

Era il primo passo verso il grande successo di “Black Cars”, una canzone che si distingue per le sonorità assolutamente da pieni anni 80 (grazie anche ai contributi dei fratelli Joe e Ross, eccellenti strumentisti), così come il video. La carriera di Gino continuerà praticamente fino a oggi senza interruzioni, ma in generi musicali diversi, arrivando anche alla musica classica. Infatti, una sua composizione destinata al padre (di origine molisana) e intitolata in italiano “Parole per mio padre” arrivò nel 2003 all’attenzione nientemeno che di Papa Wojtyla, che lo invitò ad esibirsi in Vaticano.

La cosa più strana però gli capitò probabilmente nel 2008. Per celebrare le vittorie dei Boston Celtics, la regia dello stadio trasmetteva sul tabellone uno spezzone di una trasmissione musicale, “American Bandstand”, andata in onda probabilmente negli anni 70, in cui dei ragazzi ballavano sulle note di “You should be dancing” dei Bee Gees. Tra i ragazzi che ballano ne appare uno con una maglietta attillata con la scritta “Gino” e l’immagine di Gino Vannelli, ovviamente con i capelli lunghi, in mezzo a una saetta, probabilmente in vendita ai concerti di Vannelli dell’epoca.

Ebbene, non solo questa scena e Gino Vannelli divennero popolarissimi, ma la celebrazione dei Celtics divenne famosa come “Gino Time”, e le magliette di Gino Vannelli iniziarono a essere vendute alle partite dei Celtics! Se non ci credete, provate a cercare “Gino Time”!

Gino Vannelli su Wikipedia

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