Genesis – Invisible Touch
#quotefromthe80s
She has a built-in ability
To take everything she sees
And now it seems I've fallen, fallen for her
She seems to have an invisible touch, yeah
#Genesis #InvisibleTouch
I Genesis mi hanno sempre affascinato: tre ottimi musicisti (Mike Rutherford e Tony Banks oltre all’immenso Phil Collins), un passato importante con Peter Gabriel, una impronta determinante sull’inizio degli anni Ottanta. Insomma, forse sono addirittura arrivati un po’ troppo presto, ma hanno comunque lasciato un segno incredibile nella musica pop. La loro stella, a metà del decennio, sembrava un po’ in fase calante, forse offuscata appunto dalle grandi carriere soliste di Peter Gabriel e Phil Collins. Eppure, nel maggio del 1986 esce questa canzone bellissima che fa da traino per l’album omonimo che uscirà il mese successivo, Invisible Touch.
Fu chiesto più volte a Phil Collins come mai continuasse a far parte dei Genesis se di fatto aveva ormai una grandissima carriera solista. Lui rispondeva che essere in una band da tanto tempo è un po’ come essere in una grande famiglia di cui facevano parte anche tutte le persone che lavoravano intorno a loro per i dischi e per i tour. Se avesse detto un giorno “ciao, vi lascio”, i tecnici e le persone che lavoravano per loro avrebbero probabilmente risposto… e noi come facciamo, che abbiamo un mutuo da pagare?
A parte l’ironia tutta British di Phil, la verità era che lui con Banks e Rutherford si trovava bene davvero, e suonare con i Genesis era soprattutto un divertimento con amici. E direi che da questa canzone e da questo video è tutto molto evidente.
La canzone nasce, come spesso avviene, per caso. Durante una sessione di prove si forma la ritmica di questa canzone, e Phil inizia a inventarci su qualche parola quasi a caso. Pare che fosse affascinato dal suono di una batteria elettronica, che gli ricordava molto i suoni delle canzoni di Prince (ricordiamoci che siamo nel 1986, e quindi parliamo del Prince di Purple Rain e Raspberry Beret, cioè molto prima della svolta di Kiss e Sign o’ the times).
E quindi Phil Collins si è ricordato di chi suonasse la batteria per Prince, cioè la bravissima e bellissima Sheila E., che il genio di Minneapolis aveva aiutato producendo la sua The Glamorous Life. E quindi, pensando a lei Phil Collins inventò la frase “sembra che abbia un tocco invisibile”, pensando a come suonava la batteria.
Poi, certo, la canzone è diventata una canzone d’amore, se vogliamo, su una ragazza che ha il potere di incantare un uomo, ma è molto pop, molto divertente, e l’atmnosfera delle registrazioni si vede anche nel video. Phil Collins è vestito con un cappottone francamente imbarazzante (ma ricordiamoci che l’eleganza e Collins litigavano spesso, e lui passò alla storia per essere il primo essere umano a indossare scarpe da tennis sotto a giacca e cravatta), e durante le prove ride e scherza con Banks e Rutherford, non senza alcune cialtronate, come le scene in cui canta nelle bacchette, un altro arriva in bicicletta e il terzo esce dalla roulotte! In una parola: grandissimi!!!!
Invisible Touch fu la chiave dei Genesis per entrare in contatto con una nuova generazione che era troppo giovane ai tempi di Abacab e Mama, un po’ come fece David Bowie con Let’s Dance. Per quanto scherzosa, la canzone andò benissimo non solo in tutta Europa, ma anche in America, dove fu l’unico loro brano ad arrivare al primo posto delle hit parade. Curiosamente, dopo diverse settimane fu superata da Sledgehammer di Peter Gabriel, anche lui ex membro dei Genesis. Phil Collins anni dopo commentò che purtroppo al momento non si resero conto di essere stati superati proprio da Peter Gabriel, altrimenti gli avrebbero scritto un telegramma con due sole parole: “Congratulazioni, bastardo!”
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