The Human League – Don’t You Want Me
#quotefromthe80s
The five years we have had have been such good times
I still love you
But now I think it's time I live my life on my own
I guess it's just what I must do
#HumanLeague #DontYouWantMe
Il 27 novembre 1981 usciva una canzone che avrebbe cambiato la storia per un gruppo techno pop di Sheffield. In realtà questo gruppo era abbastanza abituato ai cambi. Infatti la loro genesi è stata abbastanza strana e ha condizionato la nascita di un altro gruppo. Sì, perché i fondatori originali erano Martyn Ware e Ian Marsh, che poi fondarono gli Heaven 17.
Dopo vari cambi di musicisti, Martyn e Ian si accorsero di avere bisogno non tanto di un altro tastierista, quanto di un cantante, e contattarono Glenn Gregory, che oggi ovviamente è il cantante degli Heaven 17. Glenn non poteva, e ripiegarono su un artista che si rivelò un personaggio assolutamente geniale degli anni 80: Phil Oakey.
Oakey poco tempo dopo portò a bordo un quarto membro del gruppo che non era un musicista, ma curava scene e proiezioni per le serate del gruppo. Ma, appunto, nel 1980, i due membri iniziali lasciarono Oakey e fondarono gli Heaven 17. Phil Oakey non si perse d’animo, ripartì con l’amico scenografo, che nel frattempo imparò a usare i sintetizzatori, e decise di avvalersi di due coriste e di vari musicisti a contratto. E così riuscì a fare uscire il primo album, “Dare”.
La musica del gruppo era totalmente elettronica: Oakey era orgoglioso di riuscire a fare un album senza neppure un vero strumento. E così arriviamo appunto alla fine del 1981, con l’uscita di “Don’t you want me”. La canzone è bellissima, e come spesso accade c’è stato uno scherzo del destino, perché la trama di sintetizzatore che accompagna tutta la canzone è stata registrata per sbaglio, alterando involontariamente la velocità della traccia delle chitarre. La leggenda vuole che Oakey abbia registrato la traccia della propria voce in un bagno.
Il successo però dipese in gran parte dal video, per due motivi. Il primo è che in Inghilterra ormai tutte le canzoni uscivano con un video, nonostante MTV avesse inizato le trasmissioni solo tre mesi prima in America. Questo fece sì che MTV dovette spesso attingere a canzoni e video inglesi per riempire le sue ore di programmazione in America, e questa canzone fu una delle più programmate.Il regista del video era Steve Barron, un’autorità in materia, che avrebbe poi girato altri capolavori come “Rosanna” dei Toto, “Billie Jean” di Michael Jackson (fu scelto da Jackson e da Quincy Jones proprio dopo avere visto il video di “Don’t you want me”), “Money for nothing” dei Dire Straits, e il video più originale degli anni 80, “Take on me” degli a-ha.
L’altro motivo, però, dipende dalle due coriste, se vogliamo ancora chiamarle così. Oakey infatti era affiancato dalla sia fidanzata Joanne Catherall che da una collega di lei, Susan Ann Sulley, che facevano sia da coriste che da ballerine nelle apparizioni in TV. In questo video e in questa canzone, però, Oakey diede loro un ruolo da assolute protagoniste. Susan cantava una strofa da sola, e nel video appare con un carisma e un fascino assolutamente inarrivabili.
La canzone parla di una storia terminata tra due fidanzati che si sono conosciuti nel bar dove lei lavorava da cameriera, e l’uomo pretende gratitudine per aver portato la ragazza verso nuovi ambienti. Lei, irresistibile nel video, gli risponde che è tutto vero e gli è grata, ma che comunque lei avrebbe fatto il suo percorso con o senza di lui, e ora dopo cinque anni è giunto per lei il tempo dell’indipendenza.
“Don’t you want me” è una canzone davvero senza tempo. Modernissima nei suoni, nel testo, nel video. Il genio creativo di Phil Oakey, il carisma di Susan e la voce e le doti artistiche di Joanne avevano creato la versione definitiva degli Human League, che ancora oggi riuniscono i fan a migliaia per i loro concerti.
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