Love missile F1-11 - Sigue Sigue Sputnik - 80sneverend

Avanti o indietro

Sigue Sigue Sputnik – Love Missile F1-11

#quotefromthe80s
Hold me shake me, I'm all shook up
Psycho maniac interblend, shoot it up
Now shoot it up
Shoot it up
#SigueSigueSputnik #LoveMissileF1_11

Alcuni artisti e gruppi degli anni 80, e a ben guardare in tutte le epoche, sembravano avere davvero la macchina del tempo. E forse la avevano veramente, se una canzone ipertecnologica da anni 90, o forse anche 2000, usciva a febbraio del 1986 e nel giro di pochi giorni, ai primi di marzo, scalava le classifiche inglesi fino alle primissime posizioni.

Questa canzone, che poteva addirittura sembrare cacofonica in alcuni aspetti, portava però i suoni del futuro nel pop inglese. O forse, più che pop, questo gruppo era davvero “la quinta generazione del rock and roll”, come amavano definirsi i Sigue Sigue Sputnik.

Per la precisione, si definivano per esteso come un gruppo di “Hi-tech sex, designer violence, and the fifth generation of rock ‘n’ roll”.

Erano certamente il frutto quasi casuale di un progetto di mercato, ma non erano affatto degli sprovveduti. Il leader Tony James proveniva dei Generation X, il gruppo punk rock dove esordì Billy Idol. Dopo lo scioglimento del gruppo, le strade di Tony James e Billy idol si separarono e Tony perseguì il suo progetto di creare un gruppo ancora più trasgressivo, e ancora più proiettato al futuro.

Il chitarrista Neal X aveva suonato per Marc Almond e Adam Ant, e i due un giorno videro un ragazzo che ballava nel suo negozio di abbigliamento, e lo arruolarono. I Sigue Sigue Sputnik avevano ora anche un cantante, Martin Degville, che peraltro era coinquilino di Boy George, che per arrotondare faceva il commesso in quel negozio!

I Sigue Sigue Sputnik erano davvero trasgressivi e innovativi in tutto: fecero uso per primi di una quantità sterminata di campionamenti (il precursore di questa tecnica era stato Paul Hardcastle con 19, che però si era limitato a campionare alcune sillabe), crearono canzoni assolutamente con strutture assolutamente irregolari, inserirono addirittura degli annunci pubblicitari in varie lingue tra le canzoni del loro album Flaunt it.

Erano avanti, o ci hanno fatto tornare indietro? Per me, avantissimi, una grande operazione marketing: gruppo inglese dal nome russo e evidenti richiami ai videogiochi e alle atmosfere ipertecnologiche giapponesi, effetti speciali, assolutamente nessun senso nella canzone. Però, dietro le quinte, c’erano dei mostri sacri: basti pensare che Love Missile F1-11 fu prodotta dal grande Giorgio Moroder.

Il nome del gruppo, per loro ammissione, doveva significare “brucia brucia lo Sputnik”, ma non era vero nemmeno questo. Molto più probabilmente l’ideatore del nome, che era il manager dei Boomtown Rats di Bob Geldof, il quale aveva procurato un po’ di strumenti ai Sigue Sigue Sputnik, si era rifatto al nome di una gang di strada filippina. E in sostanza, il vero significato del nome sarebbe, passando dallo spagnolo al tagalog, la lingua delle Filippine, più o meno “vai, vai Sputnik!”.

Il video esprime tutta la provocatoria modernità del gruppo: sovraimpressioni in giapponese (il gruppo era sponsorizzato dalla Atari!), tonnellate di lacca sulle creste, alcuni accenni al mondo del sesso tecnologico a distanza (seguendo la traccia ipotizzata dai Village people in Sex over the phone, ma anticipando almeno vent’anni quello che la tecnologia avrebbe davvero offerto), immagini di guerra e di missili spaziali, e gli eccessi visivi di Miss Yana Ya-Ya, bionda amazzone responsabile degli effetti speciali del gruppo, somigliante a Lady Gaga e super stravagante come lei, ma con vent’anni di anticipo. E se in realtà Lady Gaga si fosse ispirata a lei?

Peraltro anche il suo nome era originale, perché se Yana poteva essere una forma russofona del suo nome Jane, Yaya era il nome del negozio di abbigliamento del cantante Martin Degville, negozio che di fatto divenne il quartier generale del gruppo.

Potevano essere un fiasco clamoroso, ma il mercato decretò il loro successo. E molto probabilmente i loro esperimenti incisero anche sullo sviluppo, di lì a poco, della house music, a partire dalla storica svolta di Pump up the volume dei M|A|R|R|S.

Insomma, i Sigue Sigue Sputnik potevano sembrare degli alieni giunti da un altro mondo, ma ebbero una idea geniale che proiettò il pianeta Terra nel futuro della musica. E hanno avuto l’onore di avere questa canzone coverizzata dall’alieno per eccellenza, David Bowie.

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