Suzanne Vega – Tom’s Diner
#quotefromthe80s
Oh, this rain, it will continue
Through the morning as I'm listening
To the bells of the cathedral
I am thinking of your voice
#SuzanneVega #TomsDiner
Come vi sentireste se un giorno degli scienziati, per mettere a punto i formati per ascoltare la musica in formato digitale, vi dicessero che hanno usato voi come riferimento per la voce umana? Voglio dire, ci sono più di sette miliardi di persone sul pianeta, senza contare le voci di persone che non ci sono più, ci sono migliaia di lingue e toni differenti, persone di ogni età che sanno fare suoni diversissimi nelle vaire lingue del mondo, ci sono tenori, soprani, cantanti lirici, e vengono proprio da voi?
Potremmo fare questa domanda a Suzanne Vega, perché i tecnici che stavano mettendo a punto il formato mp3, per comprimere la voce umana in un algoritmo senza avere perdite sensibili di qualità, utilizzarono come voce di esempio per eseguire i loro test proprio quella di Suzanne! Eh sì, perché nel suo album Solitude Standing, che usciva ai primi di aprile del 1987, Suzanne Vega aveva inserito una canzone “a cappella”, cioè utilizzando solo la voce. Questo, unito naturalmente al timbro cristallino della sua voce, la rendeva la candidata perfetta per questo progetto.
La canzone era Tom’s Diner, e in realtà non doveva essere una canzone “a cappella”, doveva esserci una base di piano ad accompagnare Suzanne. Solo che Suzanne non si sentiva abbastanza brava per suonare il piano, e non conosceva nessuno che lo potesse suonare in quel momento, e cosi decise di registrare questa canzone con la sola voce. Come Suzanne stessa raccontò alla BBC, la canzone è, diremmo ai giorni nostri, quasi una storia di Instagram. Il racconto di pochi minuti di normalità, con Suzanne che si trova al bar per fare colazione prima di prendere il treno per andare al lavoro, e vede i personaggi, una donna entra e bacia il cameriere, e Suzanne si versa il latte per fingere di non vederli, poi sfoglia le pagine dell’oroscopo e dei fumetti sul giornale, fino a sentirsi osservata dall’esterno, ma è solo una donna che sta guardando dentro la vetrina mentre si sistema le calze.
E poi però, un suono di campane rapisce Suzanne e la riporta al ricordo della persona amata, delle sua voce. Passato questo momento, però, e ora di rimettersi in modo e prendere il treno, ricominciare a correre al ritmo del tu ttu ttu ru…
La versione che sentiamo, però, ha una base musicale. Sì, perché tre anni dopo, nel 1990, due dj e produttori inglesi che si chiamavano DNA aggiunsero una base alla canzone, il tutto senza nemmeno informare o chiedere permessi a Suzanne. Quando lei lo venne a sapere e sentì la canzone, disse che non sapeva bene se fare causa o congratularsi con loro, perché in effetti quella base era proprio quella che mancava (nell’album era comunque presente una “reprise” della canzone come ultima traccia, con una base musicale, ma questa era meglio).
Alla fine Suzanne decise non solo di non fare causa ai due, ma spinse addirittura la propria casa discografica a produrre il disco dei due come un featuring, come si dice oggi.
Ultimo particolare: il Tom’s Diner esiste veramente, e come Suzanne stessa ci racconta nella famosa intervista alla BBC, si trova a New York tra la 112ma strada e Broadway. In realtà si chiama Tom’s Restaurant, ma era proprio il posto dove lei andava a fare colazione prima di prendere il treno quando abitava lì. Il bar era evidentemente destinato a essere famoso, perché in quello stesso locale furono ambientate negli anni Novanta anche molte scene della sit-com Seinfeld.
Suzanne Vega su Wikipedia
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