Driving away from home - It's Immaterial - 80sneverend - A car trip

Un giro in macchina

It’s Immaterial – Driving Away From Home

#quotefromthe80s
Driving away from home
Thirty miles or more
And we'll go moving away from home
Without a care in the world
#ItsImmaterial #DrivingAwayFromHome

Se mi chiedete quale fosse, nei primi anni 80, il centro della creatività inglese, ho pochi dubbi. Certo, le grandi case discografiche avevano sede a Londra e quindi i dischi e le band di successo in genere si formavano lì anche in base alle indicazioni dei discografici. Poi dobbiamo ricordare il caso di Basildon, dove dalla stessa scuola di musica (evidentemente eccellente) uscirono a pochi anni di distanza due concittadini illustri, Vince Clarke e Alison Moyet, e quindi il piccolo centro di Basildon divenne il luogo di formazione prima dei Depeche Mode e poi degli Yazoo.

C’era però una zona dell’Inghilterra, con una fortissima connotazione industriale e operaia, dove si esprimevano in tutti i campi le passioni più forti e sincere. Stiamo parlando della zona di Liverpool, e di tutto l’estuario del fiume Mersey, quella che oggi viene definita la Merseyside. Così come nel calcio in quegli anni il Liverpool di Dalglish, Sounness, Clemence e tanti altri incarnava l’ambizione di conquistare il mondo, allo stesso modo anche in musica si formavano dei gruppi che esprimevano una originalità e una qualità indiscussa. Poi certo, finivano per avere meno visibilità e meno risorse, lontano dal centro musicale londinese, ma è un fatto che certi gruppi raggiunsero delle vette di creatività e originalità.

Citiamo per esempio tutta la carriera del grande Pete Wylie e dei suoi The Mighty Wah con la bellissima Come Back, in coppia con la compianta Josie Jones. O anche i China Crisis, che trovarono il grande successo solo con Black Man Ray ma avevano alle spalle anni di carriera e di gavetta.

E la storia dei China Crisis è simile a quelle di un altro gruppo che si era formato sempre a Liverpool nel 1980, aveva sfornato una serie di singoli e di Extended Play, un formato piuttosto originale con quattro canzoni per volta, in sostanza un antesignano dei mix, dischi che giravano comunque a 45 giri ma contenevano circa quindici minuti di musica sui due lati. Anche questo gruppo aveva visto componenti lasciare e altri arrivare, fino a restare con due soli componenti, John Campbell e Jarvis Whitehead, e in sostanza nei primi cinque anni della loro carriera non avevano fatto neppure un vero album, ma solo una serie di questi EP. Stiamo naturalmente parlando degli It’s Immaterial, nome che divenne improvvisamente visibile e famoso nell’aprile del 1986, quando uscì la loro canzone più famosa, la bellissima Driving away from home (Jim’s tune). E subito dopo fecero finalmente un album, con il curioso titolo Life’s hard and then you die.

La canzone è assolutamente semplice, cantanta nei ritornelli e parlata nelle strofe. Il protagonista ha voglia di evasione, di un giro in macchina di sera che diventa il simbolo della libertà, e invita un amico (o più amici, o forse un amico immaginario) a salire in macchina con lui per un giretto a zonzo. E la canzone è la conversazione vera e propria, come se anche noi fossimo in quell’auto, o magari fossimo sul sedile del passeggero (quindi a sinistra) mentre John guida. E così ecco la proposta di spingersi fino a Manchester, luogo natale di Campbell, con l’autostrada M62, sono solo trentanove miglia e quarantacinque minuti di distanza.

Non sappiamo se siano davvero arrivati Manchester, ma probabilmente no, perché poco dopo la voglia di evasione si fa più forte, e Campbell ci propone di spingerci più a nord, a Newcastle, o magari addirittura fino a Glasgow, dove ha degli amici che può chiamare e dove ci sono un sacco di bei posti da vedere.

Il video alterna scene di Campbell e Whitehead in auto con altre persone, a scene abbastanza surreali, che però hanno in comune il fatto di evocare posti distanti. E così gli effetti speciali (piuttosto artigianali anche per quei tempi) che si vedono alla fine del video ci evocano posti come Delhi, Pechino, il Fujiyama, Bangkok, l’Australia.
E in un fotogramma viene addirittura raffigurata una carta geografica con l’indicazione del Polo Sud.

Insomma, nel giro di pochi minuti e di poche note, gli It’s Immaterial sono riusciti davvero a farci salire in macchina con loro per fuggire dalla nostra quotidianità e andare anche oltre, molto oltre Manchester!

It’s Immaterial su Wikipedia

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