Yazoo – Nobody’s Diary
#quotefromthe80s
For the times we've had I don't want to be - a page in your diary babe,
For the good, the bad I don't want to see - a page in your diary babe,
For the happy, the sad - I don't want to be another page in your diary.
#NobodysDiary #Yazoo #Alison Moyet #VincentClarke
La storia è fatta di date. Quelle date che ormai conosciamo, in cui in un giorno qualunque degli anni 80 uscivano magari due o tre canzoni destinate a fare storia. La date si scrivono nei diari, per fermare il tempo di una emozione, di una gioia inattesa, di un gesto d’affetto o d’amore, a volte anche di qualche delusione.
I diari una volta erano davvero l’oggetto della memoria. Oggi sembra che non si usino più, ma hanno solo cambiato forma, se è vero che ogni tanto qualcuno ci dice… guarda cosa avevi postato tre anni fa!
Il 6 maggio 1983 certamente nel Regno Unito si scrissero pagine di storia degli anni 80. Perché mentre Mike Oldfield e la scozzese Maggie Reilly lanciavano l’immortale “Moonlight Shadow“, in un altro puntino della cartina inglese, Basildon, usciva un altro gioiello.
A Basildon c’era, ormai lo sappiamo, una incredibile concentrazione di talento musicale. Lì nacque Vincent Clarke, che sempre lì fondò una band con alcuni suoi amichetti, e si diedero il nome di Depeche Mode. Poco dopo però Vincent Clarke se ne andò, e fondò un altro gruppo con una ragazza di genitori inglesi e francesi, sempre di Basildon.
La aveva conosciuta tramite un annuncio, e aveva un signor nome: Geneviéve Alison Jane Moyet. Insieme, si chiamavano Yazoo, e in quel giorno lanciarono “Nobody’s diary”, il primo signolo del loro secondo (e purtroppo ultimo) album. Di lì a poco Alison sarebbe diventata solista, e Vincent avrebbeideato la sua prossima avventura, gli Erasure
Una persona che ricordo diceva che per vedere se uno sa pattinare, basta guardare come mette il primo piede sul ghiaccio. E con la musica è la stessa cosa. Non riuscirei a farvi capire perché gli Yazoo erano grandi, perchè Vincent Clarke e Alison Moyet sono dei talenti immensi.
Però potete fare una cosa: ascoltate i primi venti secondi di questa canzone: Vincent Clarke suona quattro note, e già siamo in piena atmosfera Depeche Mode, la mano è esattamente la stessa di “Dreaming of me” o “Just can’t get enough”. Poi, arriva Alison e inizia a cantare il primo verso. E scende il silenzio. La sua voce è talmente potente e profonda che cattura tutta l’attenzione fin dalle prime parole. E’ già una grandissima canzone fin dalle prime note.
Anche il testo è di una potenza eccezionale, con l’idea di una donna che sta per essere lasciata, e non si rassegna a diventare, appunto, solo una pagina in più nel diario dell’uomo che ancora ama.
Anche in questa pagina, comunque, gli Yazoo hanno scritto la storia degli anni 80.
Yazoo, Alison Moyet, Vincent Clarke su Wikipedia
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