Michael Jackson – Billie Jean
#quotefromthe80s
People always told me, be careful of what you do
And don't go around breaking young girls' hearts
And mother always told me, be careful of who you love
And be careful of what you do
'Cause the lie becomes the truth
#BillieJean #MichaelJackson
Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, allora era evidente che il 1983 sarebbe stato davvero un anno eccezionale dal punto di vista musicale. Il 2 gennaio 1983 usciva infatti “Billie Jean”, una canzone davvero immortale, che avrebbe cambiato la storia della musica, e anche la carriera di Michael Jackson, che da qui iniziò il cammino che lo avrebbe portato a essere per sempre il re del pop e il re degli anni ’80.
La canzone nasce da una storia vera, anche se dai confini mai completamente chiari. Michael Jackson aveva certamente avuto problemi per via delle molestie di una donna che sosteneva di avere avuto un figlio da lui. Jackson seppe sempre difendersi dalle accuse, e dopo anni la donna fu dichiarata instabile, ma in quel momento la storia suscitava scalpore.
In varie interviste Michael Jackson parlò del fenomeno delle groupies, ragazze disposte a tutto pur di vivere una storia con qualcuno nell’ambiente musicale, che da anni seguivano i concerti dei Jackson 5, e in effetti per un periodo sembrò che il vero protagonista di questa storia non fosse Michael, ma il fratello Randy Jackson. In realtà, la sensazione che Michael trasmise nell’intervista fu che questa situazione era abbastanza comune tra i cantanti, anche se questa volta aveva assunto proporzioni da molestie.
La donna aveva dichiarato di chiamarsi Billie Jean Jackson e di essere addirittura la moglie di Michael. Il produttore della canzone, il mitico Quincy Jones, avrebbe voluto intitolare la canzone “Not my lover”, perché il nome della ragazza faceva pensare alla famosa tennista Billie Jean King che ovviamente non aveva nulla a che fare con questa storia, ma Jackson fu determinato nel mantenere il nome della ragazza nel titolo.
“Bille Jean” è una canzone davvero importante per il percorso di Michael Jackson. Fino a pochi mesi prima il suo successo era ancora molto legato alla carriera con i fratelli nei Jackson Five, poi chiamati semplicmente “Jacksons”, in cui Michael spiccava per la voce ma anche per la giovane età. Da pochi mesi era uscito l’album “Thriller”, ma non aveva ancora avuto quel successo planetario che ancora oggi celebriamo, perché i video di quelle canzoni non erano ancora stati trasmessi. E così la carriera solista di Michael Jackson era stata trainata dal primo singolo, “The girl is mine”, grazie alla presenza di Paul McCartney che avrebbe certamente dato visibilità alla canzone. Peraltro, Jackson avrebbe poi restituito il favore nell’ottobre dello stesso anno partecipando a “Say, say, say” per l’album “Pipes of peace” del baronetto ex-beatles.
In sostanza, “Billie Jean” era la prima canzone in cui vedevamo un Michael Jackson adulto, solista, moderno, e soprattutto pronto per diventare, appunto, il re del pop. Michael Jackson era indubbiamente un perfezionista, e aveva lavorato meticolosamente come sempre a questa canzone. Benché la avesse composta in un tempo relativamente breve, si dice due o tre mesi, aveva curato maniacalmente ogni singolo aspetto della parte strumentale, ed era sicuro che sarebbe stato un grande successo. I commenti nelle interviste dell’epoca dicevano che dividendo la canzone nelle tracce dei vari strumenti, ogni singolo strumento faceva venire un incredibile voglia di ballare anche preso separatamente.
In una autobiografia Jackson dichiarò che mentre guidava la sua auto, era talmente preso dalla canzone che stava componendo da non accorgersi che la vettura stava andando a fuoco. Un ragazzo attirò la sua attenzione e Jackson riuscì a scendere e chiedere aiuto per spegnere l’incendio, ma aggiunse anche che senza quel ragazzo avrebbe probabilmente corso il rischio di saltare per aria.
Questa canzone accompagnò Michael Jackson anche in altri momenti fondamentali della propria carriera: nel maggio del 1983 Jackson partecipò alla serata celebrativa per i venticinque anni della Motown, e sulle note di questa canzone si esibì per la prima volta nel celebre “Moonwalk” (che in effetti in questo video non si vede ancora) mandando il delirio il pubblico e immediatamente dopo i teenager di tutto il mondo. Aveva studiato tutto nei dettagli, a partire dal look, con il pantalone che lascia intravedere il calzino bianco, il cappello e il guanto tempestato di strass alla mano sinistra. Con questo look avrebbe interpretato la canzone nei concerti degli anni seguenti.
Evidentemente “Billie Jean” aveva davvero una carica… incendiaria, perché dopo l’episodio dell’auto in fiamme ci fu un’altra occasione in cui Jackson corse dei rischi mentre cantava questa canzone. Nel 1984 jackson registrò uno spot per la Pepsi da trasmettere durante la serata dei Grammy Awards, sull note appunto di “Billie Jean”. Durante la registrazione dello spot un effetto pirotecnico partì fuori tempo e i capelli di Jackson presero fuoco. La situazione fu gestita con grande prontezza e fortunatamente dopo pochi secondi la situazione tornò alla normalità, ma l’episodio ebbe grande risonanza.
“Bille Jean” è però una canzone davvero importante anche per la storia della musica. Il suo enorme successo è certamente legato alla popolarità che il video ebbe attraverso MTV, ma questo successo non fu per niente scontato. Infatti, nel 1983 MTV non trasmetteva molti video di artisti di colore, ed era stata tacciata di razzismo per esempio da Rick James, il cui video “Superfreak” era stato rifiutato. MTV si difendeva dicendo che disponeva di video soprattutto di artisti bianchi, il che era in parte vero, perché negli Stati Uniti non era ancora iniziata la grande stagione dei video, e MTV trasmetteva in gran parte video di artisti inglesi, quasi tutti bianchi.
È però un fatto che anche di fronte a “Billie Jean” MTV non si mostrò entusiasta, e inizialmente confinò il video a una rotazione piuttosto marginale. L’intervento dei vertici della casa discografica di Jackson fu determinante: se MTV non avesse accettato di dare più visibilità a “Billie Jean”, la casa discografica avrebbe ritirato i video di tutti i suoi artisti, compresi Cyndi Lauper, Wham!, Culture Club, e altri. MTV dovette accettare, e fu la sua fortuna. Il successo di “Billie Jean” cresceva di giorno in giorno, e di conseguenza veniva trasmesso sempre più spesso.
Il video è diretto da Steve Barron. Michael Jackson e Quincy Jones lo scelsero dopo avere visto il video che Barron aveva girato per “Don’t you want me” degli Human league, ma Barron aveva diretto anche “Rosanna” e “Africa” dei Toto, e tanti altri video, e nel 1985 avrebbe girato il video più iconico di tutti gli anni ’80, “Take on me” degli a-ha. Barron non avrebbe voluto scene di ballo, ma Jackson fu molto chiaro: io però nel video ballo. E così si giunse al compromesso di evitare grandi coreografie, ma dando grande visibilità alle mosse perfette e con precisione millimetrica di Jackson.
Nel video la tematica dello stalking è simboleggiata dal giornalista, che segue le mosse di Jackson fino a riuscire quasi a fotografarlo insieme alla ragazza; al momento topico Jackson diventa letteralmente invisibile, e il giornalista viene poi arrestato. Jackson però non è fuggito, anzi, sta seguendo la scena da poco lontano, come testimonia un’altra grande trovata del video, il marciapiede che si illumina sotto i passi del re. Che davvero diventa una specie di re Mida, se perfino la moneta che lascia come elemosina all’inizio del video è in grado di trasformare l’esistenza di chi la riceve.
Tra l’altro, nel video appare un cartellone con la foto di due ragazze e il nome “Louisa”. A dettadi Michael Jackson, una delle due ragazze sarebbe appunto la stalker che lo accusava.
Il video tutto sommato disponeva di budget limitato. Lo vediamo anche nelle scene riprese dall’angolo della strada, dove lo skyline è evidentemente disegnato sui fondali, proprio perché il video venne girato dentro a un set piuttosto contenuto. In ogni caso, per la prima volta in questo video vediamo il vero, grande Michael Jackson, con quei movimenti e quella precisione che diventerà per sempre il suo marchio di fabbrica.
Con “Billie Jean” il 1983 della musica era davvero iniziato nel migliore dei modi.
Michael Jackson su Wikipedia
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