An interview to Nu Shooz - 80sneverend - Un'intervista ai... Nu Shooz

Un’intervista ai… Nu Shooz

Negli ultimi giorni del 198… scusate, volevo dire del 2017, ho avuto la fortuna di entrare in contatto con Valerie Day, la cantante dei Nu Shooz, la ragazza che tutti ricordiamo nel video di “I can’t wait” seduta alla scrivania. Valerie ha risposto ad uno dei tweet di @80and30, ed è stata così gentile da rispondere ad alcune mie curiosità. E’ un piacere enorme, per me, condividere con voi le risposte di Valerie: in fondo, l’unica cosa che mancava negli anni 80, era proprio la possibilità e la facilità di entrare in contatto che oggi abbiamo e che ci permettono di avere queste soddisfazioni!

– Secondo molti fan degli anni 80, i Nu Shooz sono stati davvero uno dei gruppi più originali del periodo. I Nu Shooz hanno raggiunto un successo senza confini praticamente con due sole canzoni, eppure ancora oggi è praticamente impossibile trovare un fan degli anni 80 cui non piacciano i Nu Shooz. Da cosa dipende, secondo te, questo amore incondizionato per i Nu Shooz? E tra l’altro… dove avete pescato questo nome, di chi erano insomma le scarpe nuove? ????
Siamo stati fortunati, perché abbiamo ottenuto i primi successi mentre non eravamo altro che… assolutamente noi stessi. Non eravamo punk né Nu Wave. In effetti le nostre origini sono nell’ambiente Latin Jazz verso la fine degli anni 70. (I Nu Shooz hanno iniziato nel ’79). A noi interessava la musica funk, quelle delle big-band con le trombe. Il nome, invece, non ha una storia interessante. Avevamo solo bisogno di qualcosa da scrivere su un poster. E quel nome non ci è piaciuto per… diciamo 30 anni. Avevamo sempre voluto qualcosa di più duro, tipo “Slayer”, i cacciatori, gli squartatori! Oggi invece questo nome ci sembra… stranamente perfetto! Tra l’altro, non abbiamo MAI avuto scarpe in nessuna delle nostre copertine o immagini, finché quei ragazzi ne hanno messe un milione in un video!
– Il ritornello di “I can’t wait” ti entra letteralmente in testa; è probabilmente il pezzo più conosciuto della musica dei Nu Shooz. Ci dici come è nata questa canzone, e che storia c’è dietro?
Ci sono voluti circa sei mesi per far nascere questa canzone. C’erano altre idee per il coro, che non erano altrettanto buone. Se avessimo scelto una delle altre idee, oggi non staremmo qui a parlare dei Nu Shooz. John si ricorda di quando camminava per le strade di Portland d’inverno, sotto la pioggia, con un walkman nelle orecchie che suonava continuamente la cassetta con la demo della canzone! Eppure, alla fine le parole sono state scritte in un quarto d’ora, mentre la band si stava preparando per le prove della registrazione.
– Se tu avessi una bacchetta magica, e potessi andare indietro nel tempo in un preciso momento (naturalmente negli anni 80), che giorno o momento della tua carriera sceglieresti, e perché?
Eravamo emozionati perché stavamo diventando una delle principali band LOCALI, anni prima di avere un contratto con una casa discogfrafica. Per entrambi, John e me, il momento magico era quell’estate del 1981, quando tutta la band era molto legata, e per la prima volta riempivamo i locali, e la gente aveva davvero le orecchie rivolte verso di noi! Potremmo davvero rivivere quei momenti per sempre!
– Un’ultima domanda; questo è un buon momento per i fan degli anni 80, e anche per gli artisti degli anni 80. Come mai, secondo te, succede in quest’epoca e succede in maniera così intensa? Insomma, erano solo delle belle canzoni, o forse molti dei grandi artisti degli anni 80 erano tutto sommato sottovalutati, e oggi ci stanno ancora dimostrando tutto il loro talento? O ancora, dipende magari da questo momento storico, che in un certo senso è meno divertente e godibile degli anni 80… che ne pensi?
Le persone che sono diventate grandi in quel periodo oggi hanno 50, 60 anni… ovviamente è naturale che vogliano tornare indietro a quando avevano una ventina d’anni! Più capelli, meno rughe, meno dolori alle ginocchia e tutto il resto. Si dice che la musica che ascoltiamo tra i 13 e i 20 anni sarà sempre la più importante della nostra vita. Non so se sia vero, ma è sicuramente il periodo in cui l’impronta della musica sulle persone è più forte. E poi comunque, è vero quello che dici sul periodo storico. Allora avevamo Reagan e la Thatcher, che erano il peggio in circolazione. Eppure, in qualche modo, il presente sembra anche più complicato di allora, nell’epoca della cleptocrazia di Trump. E’ il momento di ribaltare la situazione e instaurare un qualche “New Order”, o forse un… “Nu Shooz” :).

Un grandissimo GRAZIE a Valerie e John dei Nu Shooz per essere stati così gentili e disponibili con noi!

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