Duran Duran – The Reflex
#quotefromthe80s
I sold the Renoir and TV set
Don't wanna be around when this gets out
So, why don't you use it?
Try not to bruise it
Buy time, don't lose it
#DuranDuran #TheReflex
Era il 16 aprile del 1984 quando uscì “The reflex”, una delle canzoni più rappresentative degli anni 80. Negli anni 80, se chiedevate a un teenager europeo chi era il suo gruppo o il suo cantante preferito, in metà dei casi vi savrebbe risposto “i Duran Duran”. E se chiedevate quale era la sua canzone preferita del Duran Duran, in metà dei casi vi avrebbe risposto “The Reflex”.
Ecco perché “The Reflex” è molto più di una bellissima canzone. L’album precedente, “Rio”, aveva certamente decretato la fortuna dei Duran Duran nel Regno Unito, ma l’Europa era rimasta un po’ indietro. Nel novembre del 1983 l’uscita di “Seven and the Ragged Tiger”, un album simbolo, aveva riportato i Duran Duran al centro dell’attenzione, sia dal punto di vista musicale che da quello mediatico, visto che venivano ormai sistematicamente associati alla principessa Diana, una potenziale regina (che purtroppo non diventerà), ma soprattutto una ragazza inglese di 22 anni, che non si faceva problemi a dichiarare che i Duran Duran erano il suo gruppo preferito. E se permettete, è un complimento di valore, detto dalla ragazza più ammirata e adorata del mondo, forse la prima influencer della storia.
E in effetti possiamo davvero dire che “The Reflex” fu la canzone che face fare un salto immenso alla popolarità del gruppo, che conquistarono rapidamente l’Europa, e, nel pieno del loro glamour, divennero le icone assolute degli anni 80.
I Duran Duran avevano capito la potenzialità di The Reflex e la scelsero come singolo per lanciare e pubblicizzare l’album. Ma la produzione si oppose, pare a cause del gorgheggio di Why-y-y-y-y don’t you use it, giudicato troppo frivolo, e così uscirono due singoli che ebbero meno successo, per quanto fossero comunque canzoni molto belle, “Union of the snake” e “New Moon on Monday”. Nel frattempo però i Duran Duran si misero al lavoro per cercare di migliorare ulteriormente questa canzone in cui credevano ciecamente, e in vista del lancio, appunto in aprile, si rivolsero a due mostri sacri: Nile Rodgers degli Chic, che produsse una versione remix da brivido, ancora oggi considerata il remix per antonomasia, e il solito Russell Mulcahy per girare un video che restasse in mente.
E certamente lo ricordiamo, anche se poi alla fine è un video più semplice di quello che sembra! In gran parte si tratta delle riprese effettuate durante un concerto a Toronto, con alcune immagini stilizzate di modelle in atteggiamenti un po’ provocanti con corde e catene, una serie di finte interferenze video, e soprattutto con dei trucchi grafici nemmeno troppo evoluti, come la famosissima cascata che esce dal palco e travolge il pubblico (in realtà se guardiamo bene si bagna solo una persona!)
Anche il remix di Nile Rodgers entrò nella storia; di fatto quando pensiamo a questa canzone, spesso mentalmente pensiamo al remix, più che alla versione dell’album, sicuramente meno arzigogolata.
Il testo è miracoloso: senza un vero filo conduttore, senza un vero significato completo, per ammissione degli stessi autori, Simon Le Bon in primis, ma pieno di parole e immagini suggestive. Alcuni pensano che la canzone faccia riferimento al demone del gioco d’azzardo e alle sue conseguenze, il bambino lasciato solo ad aspettare, i cimeli di casa venduti per ripianare le perdite, le allusioni ai semi delle carte. I Duran Duran non solo non spiegarono mai il significato, ma come dicevo si divertirono un sacco a spiegare che davvero non c’è un significato, sono solo frasi e parole che suonano bene insieme, frutto di una serata di allegria e euforia.
Il che, come dice la canzone, in un certo senso ci risponde con un punto interrogativo!!
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