Another day in paradise - Phil Collins - 80sneverend - Just in time

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Phil Collins – Another Day In Paradise

#quotefromthe80s
She calls out to the man on the street
He can see she's been crying
She's got blisters on the soles of her feet
She can't walk but she's trying
#PhilCollins #AnotherDayInParadise

Nei primi giorni di ottobre del 1989 un grande protagonista degli anni ’80 lanciava una canzone bellissima che avrebbe aperto le porte al suo nuovo album, che stava per uscire di lì a una mese. L’album era intitolato …But Seriously, e sarebbe presto diventato uno dei più belli della strepitosa e lunghissima carriera di Phil Collins. La bellissima canzone che trainava l’album era Another Day in Paradise.

Phil Collins era un vero mito degli anni ’80. Ora, se dovessi dire chi ha letteralmente attraversato gli anni 80 rimanendo sempre sé stesso, forse direi Phil Collins. La sua fama non ha mai conosciuto flessioni, come invece capitò ad altri gruppi, per esempio.

Certo, anche Madonna e Prince non hanno mai conosciuto flessioni, ma Phil Collins viene da più indietro, e fin dai tempi di In the air tonight, del 1981, attraverso Mama, Sussudio, Easy lover, e con album come No Jacket Required, Phil Collins ha davvero attraversato gli anni 80 dal primo all’ultimo giorno. Forse solo Michael Jackson in America ebbe una storia simile.

La carriera di Phil Collins comunque ha avuto tantissime fasi diverse, anche durante gli anni ’80, dai primi singoli e album come solista, alle canzoni di nuovo con i Genesis come Invisible Touch, il tutto attraverso album favolosi come Face Value e No Jacket Required, per esempio. Nell’ultima parte del decennio, però, Phil si era trovato a comporre canzoni leggermente più leggere, e temeva che i suoi fans, o forse le nuove generazioni che stavano crescendo, dimenticassero o proprio ignorassero i capolavori che era capace di comporre. E così, in questo momento storico di fine decennio, Phil aveva sentito la necessità di fare una canzone importante, musicalmente completa e di un certo impatto sociale.

E per questa canzone, così come per il nuovo album, Phil Collins scelse davvero il momento giusto, perché in poche settimane questa canzone arrivò al primo posto delle classifiche americane, e ci rimase per alcune settimane. In pratica questa canzone fu l’ultima numero uno degli anni 80, e la prima degli anni 90.

Peraltro, Phil Collins ha sempre ricordato come Another Day in Paradise sia una di quelle grandi canzoni che si sono composte da sole: Phil si è seduto al piano per provare questa melodia che aveva in testa, poi decise di provare a cantare qualcosa improvvisando, e le parole vennero da sole praticamente identiche alla versione finale che tutti conosciamo e amiamo.

Another Day in Paradise tratta un tema delicato, quello dei senzatetto. Phil ne rimase scioccato dopo una visita a Washington, proprio a pochi metri dal Campidoglio, e si accorse poi che questo triste fenomeno stava aumentando di dimensioni anche in Europa. Dopo questa canzone qualcuno lo criticò, dicendo che comunque Phil era benestante, e che la sua posizione era fondamentalmente ipocrita, ma Phil rispose che questo non gli impediva di aprire gli occhi e vedere le condizioni di chi era meno fortunato di lui.

Sul tema, Phil andò oltre, raccontando in prima persona di come gli fosse capitato più volte di ignorare persone senza tetto che gli chiedevano l’elemosina. Certo, Phil non aveva fatto niente, come spesso fanno molti di noi, ma capì che la sua indifferenza, o il suo disagio nel trovarsi certe situazioni davanti agli occhi, avevano comunque fatto del male a delle persone. Avevano privato queste persone di un potenziale piccolo aiuto, ed era questa indifferenza che Phil Collins individuava come una delle barriere più forti da abbattere per fare davvero del bene.

Phil Collins è davvero stato una figura insostituibile degli anni 80, non solo per il suo modo di suonare la batteria, ma anche per la profondità dei sentimenti espressi nelle sue canzoni. Un grandissimo artista che ha davvero dato un carattere agli anni 80.

Phil Collins su Wikipedia

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