Forever young - Alphaville - 80sneverend - Forever a masterpiece

Un capolavoro per sempre

Alphaville – Forever Young

#quotefromthe80s
So many adventures couldn't happen today
So many songs we forgot to play
So many dreams swinging out of the blue
We let them come true
#Alphaville #ForeverYoung

Se dovessi fermare nel tempo un momento per riassumere la grandissima carriera degli Alphaville, probabilmente sceglierei i giorni tra la metà e la fine di settembre del 1984.
I tre ragazzi tedeschi erano già parecchio famosi dall’inizio di quell’anno, ovvero da quando a gennaio uscì il loro singolo di debutto, “Big in Japan“, che aveva avuto un successo strepitoso. Qualche mese dopo, a maggio, avevano trovato ancora un buon successo con “Sounds like a melody”, ma quello che sarebbe successo a settembre avrebbe cambiato per sempre il corso della loro carriera, e, se vogliamo, anche il corso degli anni 80.

Infatti, il 20 settembre usciva il loro successo più famoso, anticipando di qualche giorno l’uscita dell’album omonimo. “Forever young” era davvero un capolavoro, completamente inaspettato. Una canzone dai ritmi lenti, romantica, e dal testo talmente profondo che non fu compreso immediatamente.

La canzone, come dicevamo, era assolutamente un capolavoro. E in effetti nel corso degli anni è stata campionata e reinterpretata tantissime volte, anche da generazioni del tutto differenti, pensiamo alla famosissima versione di Jay-Z e Mr. Hudson del 2009, che è praticamente indistinguibile per alcuni versi, finché una nota è leggermente più veloce dell’originale. Quella versione si chiamava “Young forever”.

Il testo parla ovviamente del concetto di eterna giovinezza, se vogliamo un mito antropologico di tante culture, che si intreccia con quello di immortalità. Un mito interpretato in tantissime forme d’arte, pensiamo alla tetra parabola di Dorian Gray, alle leggende degli elisir di lunga vita, o al Sacro Graal che era fonte di vita eterna. Benché restare sempre giovani non implichi automaticamente l’immortalità, e benché l’immortalità non implichi necessariamente l’eterna giovinezza, è però evidente che entrambi i miti esorcizzino la paura più grande dell’essere umano, e il suo ineluttabile destino.

Il testo della canzone ci introduce al tema, e tra le righe va a esplicitare la paura più grande per chi era anagraficamente giovane nel pieno degli anni 80, con l’incubo della guerra nucleare riassunto nel verso “Are you gonna drop the bomb or not”. In realtà, il video ci offre una lettura molto più profonda. Girato in un ex sanatorio del Surrey, in Inghilterra, inizia con una serie di persone di varia età che letteralmente si risvegliano e riprendono vita al suono della canzone. Giacevano a terra probabilmente da tempo, visto l’ambiente polveroso, ma i loro corpi e i loro volti sono intatti. Man mano che Marian Gold e gli Alphaville cantano la canzone, spuntano alcuni elementi iconografici. Il più significativo è sicuramente l’apertura luminosa a forma di rombo. Attraverso questa apertura, in una luce abbagliante, i personaggi che erano nella stanza escono e spariscono dalla vista di chi resta nella stanza, andando incontro alla loro eterna giovinezza.

Naturalmente il passaggio attraverso l’apertura verso la luce può rappresentare certamente la nascita, ma anche il passaggio da una vita a un’altra che sfugga alle regole del tempo e a un corpo che inizia ad invecchiare al momento della nascita. Quello che Marian Gold probabilmente vuole chiederci, è se veramente desideriamo la giovinezza eterna, perché potrebbe rivelarsi un desiderio superficiale, o con dei risvolti che potremmo non essere pronti ad affrontare.

Tornando a temi più leggeri, va detto che l’album “Forever young” è in assoluto uno dei miei preferiti degli anni 80, e conteneva davvero una serie di canzoni una più bella dell’altra, anche quelle meno conosciute. Ricordo che lo regalai per natale a un caro amico cheall’inizio restò sorpreso, ma qualche settimana dopo venne a dirmi che era davvero uno dei dischi più belli che avesse mai sentito. E io ero assolutamente d’accordo con lui.

Per finire con un po’ d’ilarità, questa canzone aveva un solo difetto: quando c’era una festa ai tempi del liceo, se puntavi a una ragazza aspettavi che ci fosse la musica giusta per ballare con lei. La musica giusta era, tendenzialmente, “Careless whisper” di George Michael, o “Forever young” degli Alphaville. Per qualche strano motivo, durante “Careless whisper” si formavano innumerevoli coppie. Alla fine di “Forever young”, invece, ricordo tanta gente imbruttita che si lasciava prendendo strade diverse. Non la ritenevamo una canzone così fortunata, dopo tutto, ma sapevamo che era assolutamente uno dei grandissimi capolavori degli anni 80.

Alphaville su Wikipedia

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