a-ha – The living daylights
#quotefromthe80s
Hundred thousand changes, everything's the same
I've been waiting long for one of us to say
Save the darkness, let it never fade away
Oh, the living daylights
#aha #TheLivingDaylights
Abbiamo spesso detto come il legame tra cinema e canzoni e anche video, nella parte centrale degli anni ’80, fosse un inarrestabile circolo, generalmente virtuoso. I migliori artisti venivano chiamati per le colonne sonore dei migliori film, in modo da poter vendere l’intero prodotto canzone e film sia agli appassionati di musica che agli appassionati di cinema. E questo succedeva naturalmente per i film musicali, se pensiamo a Flashdance… What a Feeling di Irene Cara, o a Footloose di Kenny Loggins. la cosa interessante però è che succedeva anche per film d’amore o d’azione: il successo del film Il tempo delle mele è unito per sempre a quello di Reality di Richard Sanderson, e quello di Top Gun a Take My Breath Away dei Berlin.
Se parliamo di film d’azione e di grandi colonne sonore, però, negli anni ’80 dobbiamo certamente parlare della saga di 007, che in quel momento storico doveva porsi il problema di sostituire il grande Roger Moore nel ruolo del protagonista. Dopo una serie di vicende legate all’uscita contrapposta di due pellicole con i due interpreti storici di James Bond, cioè Moore e il grande Sean Connery, nel 1987 venne il momento del cambio.
In quegli anni la produzione di 007 faceva le cose in grande, anche se non sempre i risultati di pubblico premiavano gli sforzi. Tra i vari metodi per dare visibilità e popolarità ai film, come dicevamo, divenne comune affidare il pezzo principale della colonna sonora, con relativo video, all’artista o al gruppo più famoso del mondo del pop in quel momento, possibilmente con una canzone che avesse lo stesso titolo in inglese del film. E in effetti per un artista o una band era un po’ una consacrazione, essere chiamati a comporre la canzone principale per la colonna sonora del nuovo film di James Bond, e questo onore nel 1987 toccò agli a-ha, che ricevettero per così dire la chiamata dopo il successo mondiale di Take on Me e del loro album Hunting High and Low.
La produzione seguì tutte le regole: la canzone aveva lo stesso titolo del film: The Living Daylights (la versione italiana si intitolava 007 – Zona pericolo), e nel video sarebbero state inserite le immagini del nuovo protagonista della saga, l’attore gallese Timothy Dalton. In effetti Bond e la Spectre (o meglio, i produttori dei vari film di 007) erano abbastanza rigidi sulle regole dei video, per cui alla fine i video di queste canzoni spesso finivano per assomigliarsi.
Gli a-ha (che, ricordo, va sempre scritto in minuscolo, con il trattino, e possibilmente con le a in corsivo) in realtà non erano entusiasti di dover collaborare con la produzione, soprattutto con il principale autore della colonna sonora, il compositore John Barry, il quale non solo era il capo del progetto, ma era anche una specie di mostro sacro intoccabile, vista la grande esperienza nelle colonne sonore di 007 ma anche di tantissimi altri film. E in effetti, se poi si è portato a casa cinque premi Oscar per le sue colonne sonore, i suoi meriti gli vanno anche riconosciuti.
Insomma, gli a-ha e Barry di fatto collaborarono da remoto, e le poche volte che si incontrarono non si piacquero. In particolare, Morten Harket ricordò che il primo incontro fu terribile. Oltre ad aver fatto battute misogine, Barry iniziò a screditare gli interpreti della colonna sonora del film precedente, dicendo che avevano fatto molti errori e che non avrebbe più voluto lavorare con loro, ma sicuramente con gli a-ha sarebbe stato diverso.
Forse si comportò così per cercare di rendersi simpatico o disponibile nei confronti del gruppo norvegese, ma di fatto ottenne il risultato contrario. Sì, perché gli a-ha conoscevano molto bene quel gruppo che aveva fatto molti errori nel film precedente, e anzi avevano preso quel gruppo un po’ come modello.
Eh sì, perché il film cui si riferiva Barry era 007 Bersaglio mobile, il cui titolo originale era 007: A View to a Kill, e la colonna sonora era ovviamente A View to a Kill dei Duran Duran! E per gli a-ha quel personaggio appena conosciuto che iniziava a screditare i Duran Duran fu subito insopportabile, e non fu semplice arrivare alla conclusione del progetto: l’unico modo fu lavorare da remoto, frequentandosi il meno possibile.
Alla fine, comunque, non solo gli a-ha incisero il loro pezzo, ma dovettero riconoscere che Barry riuscì ad aggiungere degli arrangiamenti e degli effetti che resero The Living Daylights davvero una canzone da film di James Bond, anche se il video era davvero simile a quello di A View to a Kill, fatte le dovute differenze tra Morten Harket e Simon Le Bon.
Per ironia della sorte, va detto che entrambi i film non furono certo tra i più grandi successi della serie, e i loro incassi furono piuttosto lontani dai desideri della produzione. The Living Daylights incassò un po’ di più, ma solo perché i biglietti erano più cari di due anni prima, perché in effetti ebbe meno spettatori in totale. Restano però per noi due grandi canzoni, portate sul grande e sul piccolo schermo da due grandissimi gruppi degli anni ’80.
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