Don't stand so close to me - The Police - 80sneverend

Turbamenti di gioventù

The Police – Don’t Stand So Close to Me

#quotefromthe80s
Inside her there's longing
This girl's an open page
Bookmarking, she's so close now
This girl is half his age
#Police #ThePolice #DontStandSoCloseToMe

Sicuramente dagli anni ’80 a oggi la sensibilità comune è molto cambiata, e con tutta probabilità oggi molte canzoni degli anni ’80 susciterebbero scandalo e risulterebbero anche oltraggiose, se andiamo a leggere e interpretare bene i testi. Alcuni temi non potrebbero più essere toccati. Paradossalmente qualsiasi video reggaeton di oggi è molto più volgare dei video degli anni ’80, ma il punto non è cosa si vede, è l’argomento di cui parla la canzone, anche se in molti casi la barriera linguistica ci faceva concentrare solo su musiche bellissime.

Chissà se oggi sarebbe accettabile un testo come quello di Marvin Gaye in Sexual Healing, o il velato erotismo di Guesch Patti in Etienne. Sicuramente Falco non potrebbe raccontare la storia di Jeanny dal punto di vista del suo aguzzino (peraltro la canzone fu bandita in molti paesi anche negli anni ’80), così come Relax dei Frankie Goes to Hollywood potrebbe essere troppo esplicita (anche questa canzone come sappiamo ebbe i suoi problemi).

Forse, però, c’è un gruppo insospettabile che dovrebbe rinunciare a due canzoni fondamentali per la propria carriera: i Police. Sì, perché Sting e i suoi soci Andy Summers e Stewart Copeland toccarono almeno due volte temi piuttosto scivolosi, e proprio con alcune tra le loro canzoni più famose: Every Breath You Take, che viene spesso interpretata come una canzone d’amore da cantare ai matrimoni, ma in realtà racconta della possessiva ossessione per il controllo totale sulla persona desiderata, e naturalmente Don’t Stand So Close to Me, che racconta dei turbamenti di un insegnante per una sua alunna che non nasconde il desiderio.

Siamo nel settembre 1980: i Police sono un gruppo molto conosciuto nel Regno Unito. grazie ai loro primi due album Reggatta de Blanc e Outlandos d’Amour, sono il gruppo che più rapidamente ha saputo emergere dalla scena post-punk londinese e virare decisamente verso il pop elettronico. Sono diventati famosi grazie a canzoni come Roxanne, So Lonely, Message in a Bottle, e ora stanno lavorando al loro terzo album. Il 15 settembre del 1980 esce Don’t Stand So Close to Me, la canzone che aprirà le porte al loro terzo album Zenyatta Mondatta, che uscirà un mese dopo circa. Se vi state chiedendo cosa vuol dire Zenyatta Mondatta, vuol dire esattamente quello che sospettate, cioè niente, però suona bene. È un misto di vari suoni e pezzi di parole, che suona bene e lascia la possibilità a ognuno di noi di vederci il senso che vogliamo.

Don’t Stand So Close to Me ha un testo e una storia abbastanza esplicita: in una scuola, un insegnante è oggetto delle attenzioni di una sua alunna, evidentemente troppo giovane. non che succeda niente di esplicito, ma la tentazione e il senso di attrazione sono evidenti. E probabilmente anche qualche comportamento diventa evidente, perché nell’ambiente scolastico cominciano a volare insinuazioni e accuse, in una specie di processo alle tentazioni, più che alle intenzioni.

Il testo si chiude con una citazione che non lascia spazio a interpretazioni: l’insegnante è a disagio come il signore anziano in quel libro di Nabokov, e quel libro è ovviamente Lolita, il simbolo della seduzione precoce, anche se nel libro il professor Humbert non era poi così anziano. Peraltro, Sting negli anni successivi ha sempre considerato un azzardo la rima tra tossire (cough) e il nome di Nabokov, anche se ha riconosciuto che ogni tanto gli capitava di ricorrere a questi trucchetti di bassa lega.

Naturalmente quando pensiamo alla ambientazione di questa storia c’è una domanda che sorge spontanea: visto che Sting in effetti era un professore di inglese negli anni di gioventù, e sappiamo che era assolutamente considerato un sex-symbol, dobbiamo forse pensare che la storia sia autobiografica? Sting su questo è sempre stato categorico: è solo una storia, esattamente come la trama del libro di Nabokov.

Anche il video aiuta a gettare benzina sul fuoco: non solo il buon Sting trova ogni occasione per spogliarsi ogni tre secondi, ma appare addirittura armato di battipanni, fedele all’iconografia pruriginosa che abbina le scolarette e le loro gonnelline alle sculacciate e ai battipanni. In Italia certi temi erano ormai ridicoli perfino nei film di Alvaro Vitali, ma evidentemente in Inghilterra sono più tradizionalisti su questo.

Tra l’altro, i Police realizzarono anche una Christmas version di questo video, girato in un resort in Quebec, Canada, in cui i tre ragazzi scorrazzano per le montagne sulle motoslitte accompagnati da dei abbi natale sugli sci. E anche in questo video Sting si spoglia. Verrebbe da dire che fosse una brutta copia di Last Christmas, se non fosse che questo video fu realizzato quattro anni prima!

Infine, dobbiamo ricordare che nel 1986 i Police realizzarono un album composto dalle loro grandi canzoni riscritte con suoni e strumenti elettronici più moderni. O meglio, questa era la loro intenzione, ma di fatto riuscirono a “modernizzare” una sola canzone, proprio questa, che prese il nome di Don’t Stand So Close to Me ’86 nella nuova versione, più lenta e armonica. Per tutte le altre canzoni, dovettero semplicemente rimettere nel nuovo album la versione originale.

Insomma, Don’t Stand So Close to Me era la canzone perfetta per proiettare i Police nella stratosfera della musica: ritmo e suoni irresistibili, una storia torbida, e anche Sting che continuava a spogliarsi per la gioia del pubblico femminile. Considerata la carriera dei Police, direi che il trucco ha funzionato!

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