The Police – Every Breath You Take
#quotefromthe80s
Every breath you take
And every move you make
Every bond you break
Every step you take
I'll be watching you
#EveryBreathYouTake #ThePolice #Police
Ci sono tante canzoni, come del resto stiamo raccontando da tempo, che nascondono storie poco conosciute o significati reconditi. Raramente però si è visto un equivoco di proporzioni bibliche nell’interpretazione di una canzone, come nel caso della canzone che stiamo raccontando. Nel maggio del 1983 (in alcuni Paesi il 13, in altri il 20) usciva una canzone che è diventata davvero un simbolo degli anni ’80, e forse la più famosa di un gruppo che ha davvero caratterizzato i primi anni ’80, i Police. Sting, Andy Summers e Stewart Copeland erano giunti al loro quinto album, Synchronicity, ed erano sicuramente una delle band più amate ed apprezzate del periodo. Più maturi e sofisticati dei Duran Duran, più solidi ed esperti rispetto alle band che stavano emergendo come i Culture Club o gli Spandau Ballet. Eppure gli equilibri nei Police stavano saltando: Sting stava assumendo un ruolo predominante nel gruppo e prendeva molte decisioni in proprio, il che lo aveva portato in aperto conflitto con il batterista Stewart Copeland. Non sembra proprio l’atmosfera in cui un gruppo può creare la loro canzone più famosa!
Sting stava attraversando un periodo molto complicato anche dal punto di vista personale: aveva appena lasciato la moglie per mettersi con la sua migliore amica, che era anche loro vicina di casa, e che è tuttora la moglie di Sting. La storia era diventata di dominio pubblico e naturalmente aveva infastidito Sting che per un periodo decise di andarsene nel Caraibi. E fu proprio in Giamaica, alla stessa scrivania dove lo scrittore Ian Fleming compose alcune delle storie di James Bond, che nacque questa canzone, con il suo colossale equivoco.
Every Breath You Take viene generalmente considerata una delle più belle canzoni d’amore degli anni 80. Una dichiarazione a tutto tondo, senza mezzi termini. Spesso viene suonata anche ai matrimoni (soprattutto ai matrimoni dei dinosauri anni 80, ormai), il ritmo è orecchiabile e dolce, le parole sono semplici. In realtà la canzone parla dell’esatto contrario, cioè dell’ossessione per il controllo della vita di una persona che ormai è uscita dal nostro mondo. In termini moderni, potremmo parlare senz’altro di monitoraggio, di stalking.
E in effetti rileggendo il testo le parole sono tutt’altro che equivoche: ogni passo che fai, ogni tuo respiro, ogni tua mossa, io sarò lì a guardarti, perché tu mi appartieni. Parole che abbiamo purtroppo sentito tante volte nelle cronache dei delitti legati all’incapacità di accettare la fine di una storia. Certo, in questo caso mi rimane sempre poco chiaro perché Sting avesse questa ossessione, visto che era stato lui a intraprendere la storia con l’amica della moglie.
Troviamo altri indizi riguardo alla vera natura della canzone nel video, che fu diretto dai grandi produttori Godley e Creme. Il video è in bianco e nero, piuttosto scuro. I registi si erano ispirati a un film del 1944 dal titolo Jammin’ the Blues in cui si vedevano appunto dei musicisti Jazz che suonavano in un locale in bianco e nero. E così i registi affittarono in locale simile dove erano già stati girati altri video. E la passione per il bianco e nero ispirò anche il video per il loro maggior successo come cantanti, la famosa Cry. Nel video, Sting suona il contrabbasso, non esattamente uno strumento da stornelli d’amore. Nel video compare anche Stewart Copeland, ma quando la canzone venne incisa la sua parte fu registrata separatamente per via delle tensioni tra lui e Sting, che aveva addirittura proposto di sostituirlo con una batteria elettronica. A dire il vero Sting era stato generico per quanto riguarda gli arrangiamenti, ma fu Andy Summers a capire che la canzone aveva bisogno di una struttura portante suonata dalla chitarra, e in sostanza il suo contributo fu fondamentale per l’enorme successo della canzone.
Guardando il video, in effetti, le espressioni di Sting sono ben diverse da quelle di un innamorato: il volto è teso, le sopracciglia esprimono aggressività, lo sguardo è duro e fisso. Nel video poi c’è un dettaglio abbastanza inquietante. Oltre ai Police e ai musicisti che li accompagnano, c’è una sola figura in più che appare. Si tratta di un signore su una piattaforma che dall’esterno lava la vetrata della sala guardando verso l’interno. A prima vista sembra solo un po’ strano, ma come fu confermato sia da Sting che da Godley e Creme, la sua presenza ha un significato, e rappresenta proprio la persona che in preda all’ossessione trova il modo di osservarci e guardare la nostra vita, e noi probabilmente non ce ne accorgiamo nemmeno.
Every Breath You Take fu un successo strepitoso. Rimase in testa alle classifiche per mesi in molti Paesi, vendette milioni di copie e fu considerata la miglior canzone del 1983. Essendo uscita nel momento di maggior popolarità dei Police, divenne ben più famosa di Altri grandi successi come Roxanne, Every Little Thing She Does Is Magic o Message in a Bottle. Ed essendo ormai i Police prossimi allo scioglimento per via delle tensioni tra i membri, viene considerata l’ultima e la più grande canzone del gruppo. Peraltro, la canzone ebbe una nuova vita nel 1997 quando fu ampiamente campionata da Puff Daddy (poi diventato P. Diddy e Diddy) in I’ll be Missing You, dedicata allo scomparso rapper Notorious B.I.G.
Sting non sapeva del campionamento, ma dopo l’uscita della canzone tutte le questioni legali furono risolte, e Sting ricevette cospicue royalties come giusto, al punto che cantò anche la canzone insieme a Puff Daddy agli MTV awards.
Alla fine, dopo tanti anni, rimane comunque un ultimo dubbio: come abbiamo fatto a pensare che fosse una canzone d’amore?
The Police su Wikipedia
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