Depeche Mode – Shake the disease
#quotefromthe80s
Nobody knows me as well as you do
You know how hard it is for me to shake the disease
That takes hold of my tongue in situations like these
Understand me
#ShakeTheDisease #DepecheMode
Il 29 aprile del 1985 fu uno di quei giorni che potevano capitare solo negli anni 80. Uno di quei giorni in cui, per gli scherzi del destino, uscivano due o tre canzoni destinate davvero a entrare nella storia. E il bello è che di questi giorni ce ne sono stati parecchi!
La nostra storia inizia a Basildon, che è un posto non lontano da Londra, sulla riva sinistra dell’estuario del Tamigi. A Basildon quattro ragazzi, nei primi anni 80 avevano fondato un grandissimo gruppo che aveva davvero spaccato nello scenario della new wave e della musica elettronica, stiamo ovviamente parlando dei Depeche Mode.
In realtà dei quattro ragazzi solo uno era nato a Basildon, Vincent Clarke. Però nel 1985 Clarke aveva già lasciato il gruppo per fondarne un altro insieme ovviamente a una ragazza di Basildon, la mitica Alison Moyet, con cui fondò gli Yazoo e con cui creò successi come “Don’t go” e “Nobody’s Diary”.
E’ un fatto però che, nonostante la svolta nel destino del gruppo, Vincent Clarke aveva dato una direzione ai Depeche Mode, e loro la mantennero proprio fino al 1985. Avevano infatti capito che c’era una svolta davati a loro, sia perché la new wave mostrava segni di cedimento in generale, sia perché si sentivano ormai pronti per una successiva fase delle loro carriera, e una nuova svolta.
E così tirarono una riga metaforica con la raccolta “The Singles 81-85”, che conteneva anche due inediti entrati nella storia, “Shake the Disease” e “It’s Called a Heart”. Il prossimo album si sarebbe chiamato “Music for the masses” e avrebbe introdotto una nuova fase della loro musica e della loro creatività, appunto meno di nicchia e più orientata al techno pop.
“Shake the disease” divenne davvero una delle canzoni simbolo dei Depeche Mode. Il testo non è banale, e del resto nulla lo è dei Depeche Mode. Il video è passato alla storia per le immagini delle persone che cadono, frutto dell’esperienza del regista Peter Care, che diresse anche “It’s called a heart” e “Stripped”
Nel complesso, una canzone che è sicuramente rimasta nel cuore e nella memoria degli anni 80. E come dicevamo, lo stesso giorno usciva anche un’altra canzone… ma questa è un’altra storia!
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