Shout - Tears For Fears - 80sneverend - The Big Chair

La grande sedia

Tears For Fears – Shout

#quotefromthe80s
Those one track minds
They took you for a working boy
Kiss them goodbye
You shouldn't have to jump for joy
You shouldn't have to jump for joy (Shout, shout)
#TearsForFears #Shout

Il 19 novembre 1984 fu uno di quei giorni incredibili in cui davvero si scriveva la storia degli anni ’80. Infatti, per una di quegli strani scherzi del destino, due gruppi fenomenali lanciavano le loro canzoni, molto diverse tra loro, esattamente lo stesso giorno. E che canzoni!

Una era “The power of love” dei Frankie Goes To Hollywood, e l’altra era la canzone che sarebbe diventata per sempre la firma dei Tears for Fears, “Shout”. E siccome il destino non scherza per niente, la stessa coincidenza si sarebbe ripetuta quattro mesi dopo, il 18 marzo 1985, quando uscirono ancora insieme “Welcome to the Pleasuredome” e “Everybody wants to rule the world“. Ma torniamo al novembre 1984.

Roland Orzabal e Curt Smith hanno già avuto un discreto successo con l’album del 1983 “The Hurting” e soprattutto con “Mad World”, canzone destinata ad essere coverizzata più e più volte, ma con questo album imboccano la via della maturità e della definitiva consacrazione. Con questa canzone inaugurano la stagione del loro nuovo album, destinato a uscire a febbraio.

“Shout” è una canzone che unisce la profondità culturale dei Tears for Fears al senso particolare degli anni ’80 per l’Esistenzialismo. Il nome stesso del gruppo “Tears for Fears” (lacrime di paura), fa riferimento a da un trattamento psicoterapeutico sviluppato da Arthur Janov, nel corso del quale il soggetto riprova le prime sensazioni del periodo perinatale. Scusate se è poco.

Anche il titolo dell’album che sta per uscire, “Songs from the Big Chair” (canzoni dalla grande sedia) trae ispirazione dalla protagonista di un film televisivo, “Sybil”; la protagonista affetta da personalità multiple, ben sedici, e si sente al sicuro solo in una grande sedia, ovviamente quella dello psicanalista. Che storia!

E poi naturalmente c’è la canzone stessa: “Shout”, un invito a buttare tutto fuori, a urlare la propria protesta contro la guerra fredda e la minaccia nucleare (temi sensibilissimi per i giovani e non solo di quell’epoca).

Il video è semplice ma potente. L’attacco iconico della canzone mostra Smith e Orzabal che iniziano a urlare la loro rabbia da una desolata ma pittoresca scogliera del Dorset. Il video finisce in uno studio dove i Tears for Fears vengono raggiunti da molte persone che cantano con loro, tra cui parecchi bambini, e forse sono proprio loro i destinatari del messaggio di Curt e Roland: urlate le vostre ragioni, tra poco il mondo sarà vostro e dovete urlare a tutti i vostri diritti.

Tears For Fears su Wikipedia

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