Things can only get better - Howard Jones - 80sneverend

Di bene in meglio!

Howard Jones – Things Can Only Get Better

#quotefromthe80s
Get to sixty and feel no regret
It may take a little time
A lonely path, an uphill climb
Success or failure will not alter it
#HowardJones #ThingsCanOnlyGetBetter

L’inizio del 1985 fu un importante banco di prova per la carriera e per le ambizioni di Howard Jones. Nel giro di un anno e mezzo si era fatto conoscere e apprezzare praticamente ovunque, fin dal suo primo singolo “New Song”, che uscì nell’agosto del 1983. Nei mesi successivi aveva scalato le classifiche con “What is love”, e nel marzo 1984 era uscito il suo primo album, “Human’s lib”. Era stato un successo immenso, ed Howard Jones era davvero diventato uno dei principali artisti emergenti europei. Nell’agisto del 1984, in coincidenza con le Olimpiadi di Los Angeles, Howard aveva lanciato una canzone con un video di grande fascino, “Like to get to know you well“, che lo aveva assolutamente avvicinato ai grandi nomi del pop britannico. Ora, per lui era il momento della verità, con un nuovo album in fase di uscita.

Insomma, per Howard era un periodo d’oro. E in questo periodo Howard Jones si chiese come potesse condividere questa sua positività e questo suo bel momento con i suoi ammiratori, che in molti casi stavano probabilmente vivendo un periodo meno fortunato. Questa riflessione fu l’origine di “Things can only get better”, un auspicio rivolto evidentemente a chi non sta passando un grande momento. Un modo spontaneo e diretto per infondere forza e coraggio a chi vive qualche difficoltà, ammettendo che certamente può capitare di vivere momenti anche di paura, ma con la certezza che le cose possono solo migliorare. Mi piace citare in particolare il suo invito a vivere pienamente ogni giorno, in modo da poter un domani, quando si raggiungeranno magari i sessant’anni, dire di aver vissuto la vita senza avere rimpianti.

Il video è molto particolare e all’inizio mostra una serie di persone intente a svolgere dei lavori in un ambiente piuttosto oscuro. Operai, una donna che stira una camicia rossa, e altre figure, compreso un sosia di Charlie Chaplin e tre ragazze eleganti che girano per dei corridoi. Poco dopo però tutto diventa chiaro: Howard ha voluto rendere omaggio alle persone che lavorano con lui e per lui, per realizzare i suoi tour e i suoi spettacoli! Gli operai stanno montando il palco, la donna stira la camicia che lui indosserà, e le tre ragazze sono le sue coriste, un trio che aveva il nome d’arte di Afrodiziak.

Anche il sosia di Charlie Chaplin è un famoso mimo inglese che faceva parte del team che accompagnava Howard in tour. Insomma, questa canzone era un modo per ringaziare per tutto il lavoro e il sostegno, e per augurare che quello fosse solo l’inizio, perché appunto le cose potevano solo migliorare.

E in effetti Howard aveva ragione, perché il suo album che stava per uscire, “Dream into action”, ebbe un successo strepitoso, grazie a questa canzone, ma anche ad altri successi come “Look mama” o la bellissima “No one is to blame“, che verrà reincisa prima dell’uscita come singolo, con addirittura la partecipazione del grande Phil Collins alla batteria.

Insomma, le cose per Howard Jones andavano davvero bene, e grazie a questa canzone e a questo album sarebbe diventato un protagonista e una icona assoluta del pop e degli interi anni 80.

Howard Jones su Wikipedia

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